Sindromi-MielodisplasticheLe Sindromi Mielodisplastiche (SMD) rappresentano un insieme di malattie originate dalla progressiva perdita di capacità di sviluppo della linea cellulare mieloide.

Le cellule staminali non sono più in grado di completare il loro processo maturativo e quindi si instaurano stati di anemia, piastrinopenia e granulocitopenia di gravità variabile.

Le SMD sono caratterizzate da numerose alterazioni morfologiche e biologico molecolari delle cellule come eritrociti, leucociti e piastrine.

Per quel che riguarda la patogenesi le SMD vengono suddivise in due gruppi:

    • Sindromi Mielodisplastiche primitive o idiopatiche – in questo gruppo rientrano tutte le sindromi che non hanno una causa nota all’origine della malattia;

 

  • Sindromi Mielodisplastiche secondarie – in questo gruppo rientrano le malattie per cui nella storia clinica del paziente sono state identificate delle possibili cause di attenzione. Fattori come l’esposizione al benzene, a prodotti chimici con potenzialità genotossica, al fumo, rappresentano dei rischi correlati alla malattia. Altro discorso riguarda l’esposizione a farmaci o radiazioni ionizzanti. In questi casi infatti la malattia può insorgere a seguito di trattamenti chemio o radioterapici, anche a distanza di anni.

Nonostante queste indicazioni di attenzione non è però ancora possibile definire con certezza quale sia la causa della malattia, che sembra essere causata da un progressivo accumulo di mutazioni e alterazioni genetiche e che suggerisce come il tempo di esposizione agli agenti sopra menzionati sia un fattore chiave.

Dopo la trasformazione la proliferazione di un clone neoplastico andrà a sostituire il tessuto midollare soppiantando, con una tempistica variabile, l’attività delle normali cellule emopoietiche.

In una porzione rilevante di casi (30-40%) la malattia evolverà ulteriormente e si trasformerà in una Leucemia Mieloide Acuta (LMA). Le cause che portano a questa ulteriore trasformazione non sono note, ma si ipotizza l’intervento di qualche ulteriore evento patogenetico.

L’evoluzione della malattia può essere acuta, con un rapido deterioramento dei parametri clinici, o subdola, con un modesto peggioramento dei sintomi giò esistenti.

Secondo i criteri della World Health Organization – WHO la LMA viene diagnosticata alla presenza del 20% di blasti nel midollo osseo.

Incidenza

La SMD ha un’incidenza stimata che si aggira sui 2-10 casi l’anno per 100.000 persone.

Sono tipiche dell’età avanzata, rare prima dei 50 anni. L’eta media alla diagnosi si aggira sui 70 anni.

Diagnosi

Le SMD sono state storicamente suddivise in 5 gruppi di malattia, seguendo la classificazione FAB – French-American-British basata su dati ematologici e sul numero di blasti nel midollo osseo e nel sangue periferico.

La complessità delle SMD ha comunque richiesto un nuovo tentativo di classificazione, effettuata dalla World Health Organization, che inserendo anche le conoscenze acquisite sulla genetica della malattia, ha portato a 8 le classi totali della malattia.

Si tratta di malattie con un’insorgenza che può non essere immediatamente evidente. In genere l’attenzione del medico viene sollecitata a seguito della rilevazione di uno stato di anemia che può essere asintomatico per un tempo dipendente dalla velocità con cui la malattia si espande e la capacità di adattamento dell’organismo alla diminuzione di emoglobina. Oltre allo stato di anemia possono essere evidenti alla diagnosi anche neutropenia e trombocitopenia grave, che si presenta con manifestazioni emorragiche cutanee (petecchie, ecchimosi o ematomi).

Prognosi e fattori prognostici

La complessità delle SMD si riflette sul decorso clinico che è contraddistinto da un progressivo aggravamento dell’anemia, con segni di granulocitopeniaPiastrinopenia sempre più frequenti nel corso del tempo.

In generale il decorso può essere distinto in quattro gruppi:

    • cronico protratto – la malattia rimane stabile per lungo tempo, senza segni di peggioramento o evoluzione dei sintomi;

 

    • cronico progressivo – l’andamento è comunque orientato alla lunga durata, ma con un lento peggioramento della sintomatologia e dello stato clinico della malattia;

 

    • subacuto – caratterizzato da un progressivo peggioramento della malattia in un arco di tempo relativamente breve. L’evoluzione in LMA è molto frequente;

 

  • acuto – la malattia peggiora rapidamente, la trasformazione in LMA è praticamente certa ed avviene in tempi brevi.

A causa delle numerose variabili che caratterizzano la malattia, non è semplice prevedere il tipo di decorso clinico. Grazie ad accurate analisi statistiche sono stati sviluppati scale di valutazione del rischio che prendono in considerazione un gran numero di parametri clinico-biologici ognuno con il proprio valore prognostico.

Terapie

La strategia terapeutica viene decisa essenzialmente sulla base dell’età del paziente, del suo stato di salute generale, della presenza di concomitanti malattie e in relazione al rischio prognostico determinato dalle scale di valutazione R-IPSS o WPSS. Sulla base di queste valutazioni le terapie possono variare da un’osservazione periodica del paziente, fino alla chemioterapia intensiva ed al trapianto di midollo.

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