La Sfilata delle Farfalle: pazienti oncologici e oncoematologici modelli per un giorno al Policlinico Tor Vergata di Roma con abiti firmati Gai Mattiolo

L’evento, nell’ambito del progetto “Diamo Corpo e Cura all’Immagine”, promosso dall’Associazione L’Arcobaleno della Speranza e realizzato in occasione della Festa della Mamma

9 maggio 2023 – Ieri sera hanno sfilato sul tappeto rosso nella Galleria del Policlinico Tor Vergata di Roma 23 Modelle, 2 bimbe e 9 modelli verso il cammino della rinascita: pazienti oncologici e oncoematologici protagonisti della “Sfilata delle Farfalle”, trasformandosi per una sera in magnifiche “farfalle” colorate …” anche noi possiamo volare !”, conclude così, con voce emozionata e felice di esserci riuscita, una donna/paziente.

Una serata, piena di occhi luccicanti ed emozionati, all’insegna della speranza e del sorriso, quindi, con i riflettori puntati su 32 pazienti dell’oncoematologia e dell’oncologia di Tor Vergata, mamme con i loro bambini in braccio, papà e coppie di fidanzati, che, grazie all’aiuto di Valentina Zatti, estetista specializzata nel trucco paramedicale, con un’elevata esperienza nei trattamenti rivolti ai pazienti oncologici, hanno sfilato alla presenza di medici, infermieri, familiari e altri pazienti con i bellissimi abiti firmati Gai Mattiolo, della boutique Ottavina Ottaviani.

Promossa dall’Associazione L’Arcobaleno della Speranza ODV, nell’ambito del progetto “Diamo Corpo e Cura all’Immagine”, la Sfilata delle Farfalle, quest’anno alla sua terza edizione in occasione della Festa della Mamma, ha regalato grandi emozioni con la conduzione del giornalista Tiberio Timperi, dimostrando ancora una volta che l’Ospedale non deve essere considerato solo un luogo di sofferenza, ma anche di solidarietà, condivisione e gioia.

“Grande emozione e partecipazione. Questa indimenticabile serata dimostra come l’ospedale puo’ essere considerato anche come un luogo di vita e che la malattia si affronta e si sconfigge e la Bellezza cura e riconsegna un sorriso a tutti” dichiara il Direttore Generale del Policlinico Tor Vergata Giuseppe Quintavalle. “I nostri pazienti ci insegnano oggi quanto sia importante volgere lo sguardo e il cuore verso il bello, come strategia fondamentale per affrontare le sfide più difficili che la vita ci impone. Confermo che l’unica strategia perseguibile è lavorare Insieme: personale sanitario, ricerca, cure adeguate, condivisone di esperienze e supporto delle Associazioni.  Sono orgoglioso che ancora una volta il nostro Policlinico ospiti questo importante appuntamento, dopo le misure restrittive imposte dalla pandemia, donandoci un sorriso commosso che ci conforta”.

“Una serata davvero emozionante di cui siamo profondamente orgogliosi – dichiara Maria Stella Marchetti, Presidente dell’Associazione “L’ Arcobaleno della Speranza”. Il nostro progetto “Diamo Corpo e Cura all’Immagine” ha come scopo quello di far capire alle pazienti e ai pazienti che sentirsi “belle e belli” si può nonostante la chemioterapia. Vogliamo sostenerli, ridare loro il sorriso e la fiducia in loro stessi, rafforzando l’autostima necessaria per reagire positivamente alle cure e alle terapie. Se il nostro impegno e la nostra dedizione avranno regalato anche solo attimi di felicità a questi pazienti, vorrà dire che abbiamo realizzato qualcosa di buono”.

“Un’iniziativa straordinaria che illumina di speranza la vita dei pazienti oncologici – sottolinea il Prof. Adriano Venditti, Responsabile del Reparto Degenze dell’Ematologia del Policlinico Tor Vergata e Professore Associato di Ematologia presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergatagrazie ai progressi della scienza e allo sviluppo di nuovi farmaci, oggi è possibile garantire un significativo miglioramento della qualità di vita a questi pazienti e sentirsi meglio nel proprio corpo è sicuramente un aspetto fondamentale nel percorso di terapia e trattamento nelle persone affette da un tumore”.

L’Associazione L’Arcobaleno della Speranza ODV, da anni impegnata a sostegno dei pazienti dell’ematologia, desidera ancora una volta ringraziare per la realizzazione della Sfilata delle Farfalle la boutique Ottavina Ottaviani che ha messo a disposizione per una sera gli abiti dello stilista romano Gai Mattiolo.

“E’ stato davvero un onore per me – interviene Gai Mattiolo far parte di questo progetto. Sapere che i miei abiti possano aver regalato momenti di benessere e felicità alle persone che tutti i giorni combattono contro la malattia è motivo di grande orgoglio per chi come me ama far sentire belle le persone ogni giorno”.

Da sempre l’associazione L’Arcobaleno della Speranza ODV sostiene il paziente ematologico nel suo percorso. La sua mission “Uniti si vince “va a riassumere la determinazione, l’impegno e la forza condivisa per aiutare il paziente nel suo cammino verso la guarigione e ritorno alla sua “nuova ” vita.

L’Arcobaleno della Speranza ODV è concretamente in campo per sensibilizzare le persone alla donazione di sangue, ed emocomponenti, affinché la donazione sia sempre più praticata; la collaborazione con importanti istituzioni della sanità (Policlinico Tor Vergata di Roma), con personale medico di prim’ordine, consente di condividere direttamente necessità e risultati in modo concreto. L’organizzazione e la collaborazione durante eventi proposti dall’Arcobaleno della Speranza per diffondere, informare e raccogliere fondi a favore del malato ematologico e del personale che lo cura, sono costantemente monitorate e seguite da persone preparate e competenti, al fine di garantire la massima serietà e concretezza nel raggiungimento di un obiettivo.

 

Policlinico Tor Vergata

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3 commenti

  1. È stata un’esperienza indescrivibile ed indimenticabile. Condividere un momento di rinascita con persone meravigliose, con cui c’è stata subito tanta sintonia e tanto affetto reciproco. Mostrarsi davanti a tante persone dopo ciò che si è affrontato non è facile: ma è l’ennesima prova che abbiamo superato tutte insieme e alla grande. La conferma che uniti si vince, sempre.

  2. Una serata assolutamente fantastica…grandi emozioni e grandissime persone dietro tutto quello che e stato visto in passerella c’è un lavoro grandioso…truccatori costumisti coreagrafi…solo per citarne alcuni e loŕo fanno grande quello che e un sogno reso possibile dal loro essere speciali…

  3. E chi mai poteva immaginarlo..?!
    Ho fatto la conoscenza dell’Arcobaleno della Speranza per puro caso, inizialmente questi bei colori, sgargianti, mi catturarono l’attenzione durante i miei cicli di terapia e, giorno dopo giorno iniziai, silenziosamente, ad incuriosirmi. Le infermiere del day hospital di oncoematologia mi spiegarono l’enorme macchina che c’era dietro quei semplici “colori” sulle loro divise e, la prima cosa che mi venne in mente, fu: voglio sentire Maria stella e offrire qualcosa di “mio” ai pazienti, dedicare del tempo, del conforto… Ma a causa della nostra condizione, la prassi era molto lunga.
    Ricordo che, ancor prima di stampare la mia tesi di laurea, avevo già ben chiare le bomboniere: “Le voglio dell’arcobaleno!!” E Quel giorno, così importante per me, ha preso i colori dell’arcobaleno
    Alti e bassi, tanta sofferenza e solitudine… parlo di solitudine poiché da 13 anni a questa parte, forse qualcosina di più, mi accompagna, spesso scontrandoci sul percorso, una malattia ematologica rara.
    La diagnosi arrivó in piena adolescenza, proprio nel momento in cui ti senti più energico e pronto ad affacciarti da solo nel mondo… per me non fu così, ed iniziai a vivere dentro una bolla, per paura che il mio corpo potesse tradirmi da un momento all’altro… Ho dovuto iniziare a convivere con qualcosa di incompreso e di più grande di me…. Medici, ospedali, esami strumentali da affrontare, valori da memorizzare ed imparare a calibrare… “Hai la Trombocitopenia Autoimmune”… “La trombo che?!?!” Ci ho messo un po’ per capire cosa stesse succedendo nel mio corpo e tante sono state le domande che all’epoca, così piccolina, mi feci. “Ma cosa ho? Cosa significa? Che mi succederà? Perché il mio corpo cambia? Cosa succede alla mia pelle, ai miei capelli? Perché mi riempio di ematomi?”
    Ho dovuto, forzatamente, far amicizia con la mia malattia, ascoltarla, capirla… anche se a volte risulta difficile: il mio corpo riconosce le piastrine come elementi da distruggere e, questa lotta è continua ed incessante, non mi da tregua.
    Ricoveri, terapie, day hospital… tanta solitudine…
    Rabbia, paura…
    Finché un bel giorno, mi squilla il telefono e MariaStella mi annuncia che mi dovrà fare una proposta… “cosa dovrà dirmi?”… e mai avrei immaginato di poter prendere parte ad una manifestazione così bella. La mia malattia mi ha tolto tanto, ma mi ha permesso di indossare delle ali da farfalla e volare insieme a donne guerriere, che giorno dopo giorno affrontano la loro battaglia, sempre col sorriso.
    Quello che mi ripeto sempre è: tu non sei la tua malattia, vivi.
    Greta

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