“Sfiga”……….quante volte mi sono sentito ripetere questa parola,ogni volta che ho cercato di avere una spiegazione al tutto.

Il mio tumore o cancro o linfoma………è arrivato per “sfiga”: non ce’ stata una causa specifica o un comportamento improprio che possano averlo causato. Il tutto ha inizio nel novembre 2011, lavoravo in aeroporto, vita sregolata, orari sballati, pasti saltuari e tante sigarette e caffè a scandire le mie giornate. “Ma mangi ogni tanto……sei così magro………….” continuavano a chiedermi tutti…non sono mai stato un ciccione a dir la verità quindi non ho mai preso in considerazione con relativa preoccupazione, i miei cali di peso. Quello era invece un importante campanello d’allarme, come quei dolori lancinanti al costato,la difficoltà a volta nello scrivere e nel leggere.

Sotto Natale arriva il peggio: sono dai miei suoceri per le feste ed il 27 dicembre mattina, proprio al momento di rientrare a Roma,mi sento debole ed incomincio a tossire. “Ecco qua…………le sigarette………la colpa è sicuramente loro”, questo il mio primo pensiero e decido di smettere,sperando non sia troppo tardi,di fumare.

La svolta,chiamiamola così, dopo Capodanno. Sono in montagna con mio figlio e non riesco quasi più a parlare a causa della tosse, mangio poco ed ho quasi sempre voglia di vomitare,spesso non riuscendo a farlo.

Un mio amico di famiglia,medico,decide di visitarmi oscultandomi il torace…e probabilmente capisce già tutto.

“Tu non hai niente ai polmoni”sentenzia,ma devi andare subito a farti una radiografia al torace.

Torno a Roma e dopo radiografia e tac………….riesco ad avere un appuntamento immediato con il professor Massimo Martelli,la prima persona che non smetterò mai di ringraziare, insieme alla mia amica Anastasia ed a tutto il personale di ematologia e trasfusioni di Tor Vergata.

Al 1 febbraio, Martelli esegue una biopsia e dopo 3 giorni la diagnosi definitiva: linfoma Non Hodgkin al mediastino primitivo,di tipo B. Martelli ha da subito avuto le idee molto chiare sulla mia patologia, prima ancora di operarmi, mi aveva subito descritto quello che sarebbe stato il mio percorso: avevo bisogno di una ematologa per le cure e a questo nome corrispondeva la Dottoressa Maria Cantonetti.

Dopo pochi giorni dal rientro a casa dalla biopsia però, sorgono complicazioni perchè vengo nuovamente ricoverato d’urgenza presso l’ospedale Forlanini a causa di una emorragia causata da un ulcera piuttosto estesa.

Ci mancava pure questa!Beh quando combino i casini,modestamente amo combinarli benino eh,non mi faccio mancare nulla!!

Ricordo ancora quei giorni in ospedale,a Roma c’era la neve e mi ricordo che con i compagni di stanza, la più parte operati per problemi ai polmoni, fantasticavamo guardando dalla finestra ed immaginavamo di stare magari a Cortina o a St.Moritz!!

Già, i compagni di stanza……….è incredibile il rapporto carnale,viscerale che si instaura tra malati. Ci si sente quasi attaccati allo stesso cordone ombelicale,si metabolizzano e somatizzano i dolori e le gioie dell’altro in una maniera che non riesco a descrivere, Lo capii fino in fondo poi nel maggio successivo, quando andai al funerale della mia amica Alessandra, che purtroppo concluse il suo percorso terreno, dopo due anni di lotta contro un male bastardo ed infame, che comunque non le tolse ma la speranza e il sorriso. Il dolore che provai quel giorno in Chiesa fu indescrivibile: non ho mai e dico mai provato le stesse sensazioni in nessun’altra occasione della mia vita.

Quando muore un malato di tumore, muore anche una parte di te.

Il periodo trascorso tra ospedale,gastroscopie,esami,analisi,biopsia,trasfusioni incomincia intanto a stimolare la mia mente alla riflessione.

Innanzitutto rendermi conto di quante persone per bene esistano a questo mondo, ed il mio pensiero in particolare andava fisso a Massimo Martelli, al suo staff,agli infermieri,ai miei compagni di corsia…….poi a Dio.

Dopo averlo trattato male,soprattutto all’inizio della vicenda,ho incominciato a pensare all’inutilità di prendermela con Lui e con gli altri,perchè questo comportamento non mi avrebbe portato alcun beneficio. Sono stato sempre molto opportunista nella mia vita, fatto sempre cose che mi avrebbero procurato un beneficio: ecco era il momento di continuare.

Bestemmiare o odiare non mi avrebbe risolto il problema………anzi………ed un malato di tumore vuole e pensa soltanto ad una cosa: GUARIRE. Dopo una settimana di flebo e trasfusioni riesco finalmente a tornare a casa: peso 54 chili, sembro un fantasma……….ma piuttosto che compatirmi mi faccio una promessa: ai primi di febbraio dell’ anno prossimo ricomincerò a vivere.

Un anno, non posso concedere a questo tumore di più.Ho ancora tante,troppe cose da fare e non posso perdere tempo.

to be continued

Alessio T.

3 commenti

  1. E’ sempre difficile incoraggiare chi come te sta lottando per la sua vita, si rischia di dire delle ovvietà e trovare le parole giuste é ancora più difficile. Sono sicuro che tutti quelli che hanno letto la tua storia vorranno sicuramente leggere la seconda parte, poi la terza, poi la quarta, poi la quinta, poi la sesta, poi la settima, poi l’ottava, poi la nona, poi la decima, poi ………ci siamo capiti ? Stufaci tutti ^_^

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