Vi e’ mai capitato di entrare in un reparto di oncoematologia pediatrica? io lo chiamo “il mondo parallelo. Nel giugno del 2009, come un fulmine a ciel sereno, noi ci siamo ritrovati appunto in uno di questi reparti, precisamente al Bambin Gesu’ di Roma. Il mio primo pensiero e’stato: non voglio entrare in quel reparto!!! ero terrorizzata!! entrare in quel reparto significava dover accettare la malattia di mio figlio….significava dover ammettere che era tutto vero…significava prendere coscienza di un mondo che non avrei mai voluto conoscere…significava dover lottare per la vita, la vita del mio adorato bambino!!! di certo non ero pronta a tutto questo, non ero abbastanza forte….d’altronde quale genitore e’ pronto a questo??? e poi con quali armi avrei dovuto combattere??? nessuna!!! eravamo completamente impotenti di fronte a quel”mostro”chiamato cancro!!! quanta rabbia e quanta amarezza per quella impotenza…non poter fare nulla per salvare il proprio figlio e’ disumano!!!! noi, che daremmo la vita per i nostri figli, diventavamo completamente IMPOTENTI!!! Ad accoglierci in reparto c’era un infermiera e delle volontarie…un reparto inaccessibile a molti…una grande porta blu con due piccoli oblo’, che si apre solo con un codice…una porta che ti separa dal resto del mondo….oltre quella porta… l’inferno!!! le volontarie ci invitano ad indossare camice, mascherina, copriscarpe, cuffia e a disinfettare le mani…..ci spiegano che li’ dentro i bambini, a causa della chemio, sono privi di difese ed e’ nostro dovere difenderli e proteggerli dai germi esterni. Ci indicano la nostra stanza e mentre mio marito si occupa di Daniele, le volontarie mi fanno visitare il reparto….lunghi corridoi dai muri super decorati, tante stanze…tante porte chiuse…c’e’ la sala medici, l’infermeria, il bagno delle mamme, quello dei papa’, la lavanderia, lo smaltitoio e poi c’e’ “la stanza delle mamme”….una piccola stanza con alcune poltrone blu e la macchinetta per il caffe’. Entrando in questa stanza fui subito colpita, per non dire disgustata, da 3 o 4 mamme che se ne stavano comodamente e tranquillamente sedute sulle poltrone chiaccherando e ridendo serenamente, oserei dire sfacciatamente, mentre i loro bambini camminavano e giocavano disinvolti trascinandosi dietro la loro pompa di infusione!!! quella scena mi rabbrividi’…pensai: queste mamme sono delle incoscienti!!! con quale coraggio riescono a ridere sapendo che il loro bambino lotta per la vita? rimasi profondamente turbata…ma da’ li’ a breve avrei capito molte cose!!! avrei capito che l’unica cosa che noi potevamo fare per nostro figlio era racchiusa nelle risate di quelle mamme!!! noi, genitori impotenti, che nulla potevamo contro quella bestia, avevamo la possibilita’ di sceglier in che modo far vivere quel doloroso cammino al nostro bambino….il nostro compito era quello di cercare di rendere il piu’ sereno possibile nostro figlio, nonostante tutto!! un’impresa ardua e difficile…ma era l’unica cosa che potevamo fare, l’unica scelta che ci veniva concessa!!! Daniele sarebbe stato sottoposto a cure devastanti, che lo avrebbero profondamente cambiato nel corpo e nella mente e noi,con il cuore a pezzi, avremmo dovuto sopportare tutto in silenzio….piangere di nascosto…soffrire maledettamente e sentirci morire dentro….ma davanti al nostro piccoletto avremmo dovuto essere sempre “felici e sorridenti”……………..

Oggi Dani ha 7 anni, fa una vita normale ed è un bambino felice 🙂

Serena

3 commenti

  1. In questi casi ridere è una terapia di sopravvivenza. Quando io ero ricoverata, cercavo si smorzare il silenzio con la musica, facevo cantare le mie compagne di stanza, che all’inizio erano timorose, ma poi solo la tanta stanchezza riusciva a fermarle, e quando gli inservienti o il personale medico entrava e ci vedeva cantare, sorridere.. rimanevano tutti esterrefatti, ma dopo qualche secondo si univano a noi, e quei momenti tristi per un pò svanivano, e ci sentivamo meglio.
    Grazie per questo tuo racconto.. un grande abbraccio al bel Daniele 🙂

  2. Ridere con il cuore a pezzi……………. questo è il vero coraggio…………..
    La cosa più bella di questa testimonianza è leggere che Daniele stà bene e fa una vita normale…..
    Buona vita piccolo e un grande abbraccio a te Serena!!!!!

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