fjdkwQUESTO POST VA LETTO…(punto). L’ARCOBALENO DELLA SPERANZA. 04 Aprile 2010

Tratto dal blog di I-ronica

OGGI VOGLIO DIVAGARE UN PO’. MA NEMMENO TANTO, PERCHE’ VOGLIO PARLARVI DI VITA, DI BUONE AZIONI, E DI GESTI NOBILI.

Quando hai 30 anni, e hai conosciuto ogni genere di uomo sbagliato esistente a questo mondo, vivi un pò qualche momento di piccolo sconforto. Non è uno sconforto di quelli veri però. O meglio, tu stai tanto bene da sola, sai che niente e nessuno potrà interferire mai con i tuoi sogni e progetti (chiari o poco definiti che siano), però a volte hai bisogno di qualcosa di “pulito”…hai bisogno di abbandonare il cinismo e di ricominciare a credere.

Non so se posso dire di aver ricominciato a credere, ma certamente posso dire che la mia attenzione si è spostata su qualcos’ altro: qualcosa di molto bello e nobile. Qualcosa che ha a che fare con la solidarietà e che ti fa capire davvero quale sia il senso profondo della vita.

Avevo un’amica virtuale sul social network, da diversi mesi, della quale seguivo (come sempre succede grazie ai social network), vita, opere e miracoli. Era un’amica comune di un altro amico e non l’avevo mai incontrata di persona, ma da ciò che leggevo, capivo che era molto impegnata nel sociale. Si chiama Stella e mi piace pensare che il suo nome dia speranza alle persone in difficoltà, proprio come fa l’associazione che ha fondato: “L’ARCOBALENO DELLA SPERANZA”.

Ma procediamo con ordine:

ho ripulito l’armadio di casa mia tempo fa, radunando un certo numero di peluches che ero solita collezionare quando ero bambina. Non volevo tenerli come ricordo: a volte si deve essere capaci di staccarsi dagli oggetti del passato. Così, ho contattato Stella, che sapevo essere impegnata nel sociale, ma non avevo capito bene in che modo. Mi ha suggerito di portare questi peluches ad una capo sala del POLICLINICO TOR VERGATA qui a Roma, la mia città. Gentilmente mi ha fornito il numero di telefono e dopo settimane di negligenza assoluta, finalmente ieri, sono andata a consegnare questi peluches.

Quando sono entrata nell’atrio del POLICLINICO TOR VERGATA, pensavo che ne sarei uscita dieci minuti dopo con la fobia e il cinismo di stare lontana dagli ospedali. Non è andata proprio così…

Camminavo con i miei occhiali da sole inforcati, alla ricerca del reparto di EMATOLOGIA…che strana parola EMATOLOGIA…boh! È separato dagli altri reparti da una doppia porta e per entrarci, devo indossare delle bustine tipo soprascarpe…chissà poi perché…(l’ignoranza è la peggiore malattia miei cari lettori…)

Maria Rita, la caposala, mi viene incontro. È alta, ben piazzata. Si vede che è una donna che sa il fatto suo. Mi accoglie nel suo ufficio dove trovo altri infermieri che mi sorridono, mi tendono la mano e mi parlano in modo incredibilmente gentile, come se mi conoscessero da tempo. Dice a tutti che ho portato uno scatolone di peluches e che presto saranno destinati al reparto dei bambini al piano superiore.

“è come se fossero tutti figli miei…” esordisce Maria Rita. “le vedi quelle foto lassù?! Quella ragazza giovane e sorridente con la bandana in testa è Silvia…poi c’era Rino, per il quale abbiamo organizzato un concerto in sua memoria l’anno scorso…pensi che questo sia un lavoro come un altro, ma poi, ti accorgi che non puoi fare finta di niente. Non puoi non affezionarti e non amare tutte le persone che in questo reparto ci sono passate, hanno sofferto, e “vissuto” (le virgolette sono d’obbligo!)”.

D’improvviso, mentre lei parla, realizzo.

LEUCEMIA.

Quanto sono stata distante da questa parola per forza di cose fino ad ora?! NON LO SO. E’ COME QUELLE COSE CHE VEDI DA LONTANO E PENSI CHE NON SONO LE TUE: I TERREMOTI, LE MALATTIE, LE DEVASTAZIONI. SEMPLICEMENTE NON SONO TUE E QUINDI TI TIENI A DISTANZA DI SICUREZZA.

Maria Rita continua:

“Ora con Stella vorremmo organizzare uno spettacolo di beneficenza a teatro. poi bisogna trovare il modo di aiutare per esempio i genitori dei pazienti che non sono residenti a Roma e che non hanno i soldi per venire a trovarli chessò…da qualche località sperduta della Sicilia. Qualche settimana fa, grazie ai fondi raccolti in un’altra serata, siamo riusciti a comprare un computer, così i pazienti di tutto il reparto possono usarlo per collegarsi a internet. (I PAZIENTI NON POSSONO MAI USCIRE DAL REPARTO. POSSONO AVERE CONTATTI CON LE PERSONE SOLO INDOSSANDO UNA MASCHERINA…E IN QUALCHE CASO, DIPENDE DALLO STADIO DELLA MALATTIA, DEVONO VIVERE IN ISOLAMENTO PER UN PO’. MOLTI SI CHIUDONO IN SE’ STESSI. IL PASSO DALLA MALATTIA ALLA DEPRESSIONE E’ BREVE. MOLTI INVECE HANNO TANTA FORZA…MA NON TUTTI CE LA FANNO, PURTROPPO). Domani arrivano otto cyclette che una palestra di Roma ci ha donato: è una bella cosa. I pazienti avranno modo di sgranchirsi le gambe di tanto in tanto visto che non possono uscire MAI per una passeggiata…”

A me, sembra improvvisamente di vivere fuori dal mondo. Perché io e la mia amica N. ci lamentiamo tanto del fatto che siamo single e non troviamo l’uomo giusto? Qui c’è gente che non sa se domani si sveglierà e potrà continuare a vivere…

Stella, ha scoperto nel 2007 di avere una forma di leucemia fulminante. SAPETE COME?! ERA ANDATA A DONARE IL SANGUE! CIOE’ CAPITE? AVEVA FATTO UNA DONAZIONE UNA MATTINA COME TANTE E UNA VOLTA RITIRATI I RISULTATI, I MEDICI LE HANNO DETTO CHE IL SUO LETTO ERA GIA’ PRONTO E CHE IL RICOVERO DOVEVA ESSERE IMMEDIATO.

Devo stare qui a parlarvi di tutto quello che capita dopo?! BE’ SI CHE LO FACCIO! COSI’ DOPO CHE L’AVRO’ FATTO, OGNI MIO SINGOLO LETTORE ANDRA’ A VISITARE IL SITO DI STELLA.

QUELLO CHE VIENE DOPO E’ SEMPLICE: NON SAI SE E PER QUANTO TEMPO VIVRAI, SARESTI TENTATO DI CADERE IN DEPRESSIONE E LASCIARTI ANDARE. DEVI INIZIARE LA CHEMIOTERAPIA (CHE E’ LA COSA PIU’ TERRIBILE DEL MONDO), DEVI VIVERE ISOLATO. SE HAI DEI FIGLI, NON PUOI VEDERLI PIU’, SE HAI UN LAVORO, NON SAI BENE SE LICENZIARTI O PRENDERTI UN PERIODO DI ASPETTATIVA…PERCHE’ QUANDO SARA’ TERMINATO QUEL PERIODO, POTREBBE ESSERE TERMINATA ANCHE LA TUA VITA. E POI CI SONO LE COSE SEMPLICI: NON PUOI PIU’ MANGIARE UN GELATO O UNA TORTA DOLCE, O USCIRE LA SERA A FESTEGGIARE CON I TUOI AMICI, O PASSARE IL NATALE IN FAMIGLIA, O FARE L’AMORE, BERE, MANGIARE, CAMMINARE, PASSEGGIARE AL PARCO IN UNA GIORNATA DI PRIMAVERA O IN RIVA AL MARE, NON PUOI PIU’ VIAGGIARE.

IO DOVE CAZZO HO VISSUTO FINO AD ORA????!!!!

ESCO DAL POLICLINICO TOR VERGATA E PENSO CHE DEVO FARE QUALCOSA. DEVO TROVARE UN TEATRO PER IL PROSSIMO SPETTACOLO DI BENEFICENZA, DEVO CONOSCERE STELLA DI PERSONA, DEVO TORNARE E FARE UNA CHIACCHIERATA CON I PAZIENTI, (MARIA RITA HA DETTO CHE ANCHE UN SORRISO E’ UN AIUTO, E CHE QUANDO IL PAZIENTE NON SE LA SENTE DI PARLARE, PER ESEMPIO SUBITO DOPO UNA CHEMIO, BISOGNA SAPER RISPETTARE IL SILENZIO), DEVO TROVARE FONDI, DEVO INFORMARMI SE A LAVORO DA ME ESISTE UNA ONLUS ATTRAVERSO LA QUALE AIUTARE QUESTE PERSONE.

DEVO SCRIVERE UNA MAIL A STELLA SUBITO! LA DEVO CONOSCERE DI PERSONA!

La ringrazio per la grossa lezione che ho imparato oggi e poi mi offro di aiutarla. È ben contenta e mi invita il giorno seguente al reparto di ematologia, dove potrò assistere alla consegna delle cyclette che una palestra di Roma ha donato ai pazienti.

La sera a casa, leggo il libro che Stella e altri pazienti del reparto, hanno scritto tempo fa. Si tratta di una raccolta di loro poesie e racconti che riguardano la loro malattia. Molte cose sono scritte in chiave I-ronica…ci sono persino delle barzellette! Segno che queste persone straordinarie, dopo aver fatto loro la storia della malattia, hanno saggiamente imparato anche a sdrammatizzare…

Alcune cose sono state scritte da persone che purtroppo non ci sono più.

Ciò che è impressionante, è che molti di loro, scrivono che hanno smesso di chiedersi “perché proprio a me?!”. Semplicemente non c’è un perché! Quello che conta, è la forza di saper combattere quel male subdolo.

IL GIORNO DOPO, TORNO AD EMATOLOGIA. Arrivo in ritardo clamoroso, e trovo Stella, Maria Rita e Andrea (un paziente), che parlano con una delle istruttrici della palestra che ha fatto la donazione. Stella mi viene incontro sorridendo. È bello conoscerla dopo lo scambio di mail. È una di quelle che “è uscita fuori dal protocollo” come lei stessa si definisce. Dopo un periodo di “clausura” e cure in ospedale, ora può lavorare. E non solo lavora, ma SOPRATTUTTO, SI ADOPERA PER L’ASSOCIAZIONE. Ha dovuto fondare questa associazione dal niente e grazie all’arcobaleno della speranza, in molti hanno ricominciato a credere, perché lei stessa è l’esempio vivente, che con questa malattia, non si può solo convivere ma (scusate il gioco di parole), continuare a vivere. Organizza eventi, contatta persone, si adopera per degli acquisti (i prossimi acquisti per i pazienti saranno un televisore e un macchinario molto costoso). Una volta si è persino gettata addosso a Fiorella Mannoia dopo un suo concerto per chiederle di partecipare ad una serata di beneficenza. (ma la manager di Fiorella Mannoia ha risposto che l’artista era piena di impegni, e che a meno che la cosa non fosse stata molto pubblicizzata, non avrebbe potuto partecipare!!!).

ora sta cercando di mettersi in contatto con dei gruppi giovanili (“eeehh ma è ‘na cosa difficile” mi confida lei), ma hanno un grosso seguito tra i giovani e la sua idea è di spronarli a donare sangue per i pazienti (un malato di leucemia ha bisogno di circa tre trasfusioni al giorno, a volte anche di più). I giovani sono ottimi donatori di sangue.

Lo scorso Natale ha fatto venire dei comici nel reparto, “perché io ho passato sia Natale che Capodanno qui, e lo so che significa…”

Andrea invece, ha 28 anni (ma per me, ne dimostra 25). È uno forte. affronta la malattia con lo spirito giusto col quale tutti dovrebbero affrontarla. Non fa che dire che alla fine vincerà lui e secondo me, sarà proprio così. Ha già di nuovo tutti i capelli in testa (neri neri!), e mi ha detto che non può lasciare in sospeso tutte le cose che ha da fare una volta uscito dall’ospedale. “devo riprendere a suonare. Qui dentro ho scritto parecchio, ma mi preme mettere in pratica tutto ciò che ho scritto in questi mesi. Mi sono diplomato al conservatorio e faccio il turnista di professione”. questa Pasqua, il medico ha concesso ad Andrea di passarla a casa con i suoi parenti: deve stare attento a ciò che mangia (“qualche “sgaro” lo posso pure fa ogni tanto!” sorride”), deve lavare la frutta con l’amuchina, ma lui ha imparato un metodo per risciacquarla alla perfezione, di modo che il sapore del disinfettato va via e la frutta si gusta bene…

Ha una pagina su face book, dove ha pubblicato le foto di quando non aveva più capelli, e i suoi amici le hanno commentate dicendogli che il nuovo look gli sta da paura!!!

ANDREA, STELLA, MARIA RITA, E TUTTI COLORO CHE HANNO SCRITTO IL LIBRO “L’ARCOBALENO DELLA SPERANZA”, SONO L’ESEMPIO VIVENTE CHE TUTTO CIO’ CHE CREDIAMO TERRIBILE NELLE NOSTRE VITE DI TUTTI I GIORNI, E’ IN REALTA’ INSULSO E DI POCA IMPORTANZA. SONO L’ESEMPIO VIVENTE CHE IL CORAGGIO ESISTE, CHE LA SPERANZA E’ FONDAMENTALE, CHE L’IMPEGNO E L’AMORE PER LA VITA SONO CIO’ DI CUI FORSE DOVREMMO TORNARE TUTTI AD OCCUPARCI.

ORA IO VI LINKO L’INDIRIZZO DEL SITO E VOI FATE UNA BELLA COSA:

–         CHI ABITA A ROMA, SI FA UN GIRO AL REPARTO DI EMATOLOGIA DEL POLICLINICO TOR VERGATA E VA A SENTIRE SE HANNO BISOGNO DI UNA DONAZIONE, DI UNA MANO, DI UN SORRISO O DI UNA CHIACCHIERATA.

–         CHI NON ABITA A ROMA, E NON HA ALTRO MODO PER AIUTARE, (MA ANCHE CHI ABITA A ROMA!), SI SEGNA QUESTO NUMERO DI CONTO CORRENTE E VA DRITTO DRITTO A FARE UNA DONAZIONE (DOBBIAMO COMPRARE UN MACCHINARIO CHE COSTA 3000 EURO! SE OGNI MIO LETTORE METTE DIECI EURO, SARA’ UNA PICCOLA GOCCIA NEL MARE, MA PUR SEMPRE UNA GOCCIA!).

–         CHI NON SA NIENTE DELLE VARIE FORME DI LEUCEMIA, VA SUBITO AD INFORMARSI…SOPRATTUTTO QUELLI COME ME, IL CUI PROBLEMA PRINCIPALE QUANDO SI SVEGLIANO AL MATTINO E’ “FARE COLAZIONE CON LA SPREMUTA D’ARANCIA O CON I CORN FLAKES”.

–         INFINE, SE SEGUIRETE COSTANTEMENTE IL SITO DI STELLA, SARETE INFORMATI DI TUTTI GLI EVENTI DI SOLIDARIETA’ CHE ORGANIZZA, E POTRETE PRENDERVI PARTE.

AVANTI! FACCIAMOGLI SENTIRE CHE CI SIAMO!

I-ronica

 


 

 

1 commento

  1. Ho trovato la lettura di questo articolo esauriente di cio’che significa essere consapevoli di cio’che che si prova quando dopo anni di vita spensierata ci si trova ad apprezzare il vero valore della vita a causa di esperienze sfortunate come quella che hanno vissuto stella e ancor piu’ Andrea. Dopo essere diventato amico dell’arcobaleno e della sua fondatrice credo di essere diventato una persona migliore di quella che già ero perché vivere in proprio o condividere esperienze negative importanti mi ha portato a vivere ogni minuto della mia vita come fosse l’ultimo e a trarre il meglio da ogni istante vissuto

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