È finita! Sono guarito! Abbiamo vinto!
Ho pensato all’ultimo capitolo di questa vicenda non so quante volte, e mille altre volte ho pensato di scriverlo in modo diverso. Ora, non trovo le parole. Ciò testimonia la mia debolezza, di quanto pensassi di voler dire e di ciò che non riesco a dire; della barba che stenta a crescere, dei capelli ancora troppo esili e di una voce che non mi appartiene. Di una immagine in uno specchio che mi guarda stranito, che sembra mi dica: “sono ancora qua”, che respira come respiro io. Un anno fa non pensavo di dover vivere un anno come l’ho vissuto; è importante averlo potuto raccontare, è importante averlo potuto condividere. Non so da dove iniziare con i ringraziamenti, se dai medici o dalla famiglia, dagli amici o dai colleghi, dagli alunni o dai tifosi; penso che possa bastare un “GRAZIE” forse stucchevolmente troppe volte ripetuto ma sicuramente infinite volte sentito e non urlato abbastanza. Ripenso alle giornate rannicchiato in un letto ed ai pensieri che danzavano nei meandri più nascosti della mia mente, pensieri di speranza e di rabbia, di pugni chiusi e di lacrime raccolte da un angolo di lenzuolo ma anche di altre lacrime versate sul manto verde del Partenio nel vedervi in migliaia danzare incitandomi e gridando il mio nome, delle pacche sulle spalle e dei sorrisi sconosciuti, degli striscioni in ospedale, sotto casa e allo stadio, lacrime versate per chi pensa di essere solo, a chi ritiene di non farcela. Dei singhiozzi solitari dopo un saluto ad un amico, un collega, dopo la telefonata di (molti) Dirigenti scolastici. Assenza di tracce linfonodali – leggera pleurite; questo in sintesi, il referto medico dopo la PET e la TAC. Devo rimettermi fisicamente e ci vuole un po’ di tempo, soprattutto devo stare attento ai focolai influenzali, agli sbalzi termici ma di sicuro starò molto più attento ad una stretta di mano, ad un caffè sorseggiato in compagnia, domandarsi se esiste o no il rancore o se vale la pena bisticciare per un parcheggio, voglio girare per la città con i suoi cantieri (ecco un altro esempio di come è cambiata la mia visione della vita: immagino i lavori cittadini delle sculture postmoderne e ne ammiro “le angolazioni”, per poi poter riflettere se fossi stato io al posto di un amministratore cosa avrei fatto) e godermi della pioggia che si mischia con la polvere sulla strada e sentirne il suo odore, ascoltare il solito critico tuttologo che ha la ricetta ad ogni situazione e bearmi della sua saccente ignoranza. Amo la mia città, i suoi colori e la sua gente; amo la mia terra, per tante volte trafitta e violentata ma sempre generosa. Concludendo, lascio un messaggio: la vera forza è dentro ognuno di noi perchè le malattie possono prenderci un pò del nostro corpo ma non avranno mai la nostra anima. Avanti con speranza e fiducia perchè io sono la prova che si vince.

Paolo

Foto di: Sara B.

3 commenti

  1. Grazie Paolo, condividere la propria vittoria con l’entusiasmo che hai avuto tu fa bene a tante persone, anche a chi non ha lottato contro la malattia, ma lotta ogni giorno per vivere la propria vita.
    Ora con gli occhi di un bambino appena rinato potrai vedere il mondo, la gente,le cose,……LA VITA sotto il vero aspetto, quello di chi assaporerà ogni istante vissuto aspettando il prossimo istante che arriva.
    Un abbraccio e BUONA VITA DI CUORE.

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