Ciao a tutti, sono Anna Luce, detta Lu, molti di voi mi conosceranno, qualcuno di voi anche grazie a Daniele. È proprio di lui che voglio parlarvi, della sua storia. La sua storia comincia prima della nostra storia e, anche se è finita nel modo peggiore, Daniele ha lasciato un messaggio di speranza per tutti.

Daniele era un ragazzo di appena 19 anni quando iniziò il suo calvario, un ragazzo che nella vita aveva già conosciuto il dolore per la scomparsa del padre quando era piccino e la malattia psichiatrica della madre. Ma ovviamente ogni tanto il destino si accanisce verso qualcuno e Daniele ne è stata la vittima. Era il maggio 2007, lui aveva19 anni, dopo un periodo in cui non si sentiva affatto bene, si fa un emocromo da solo in laboratorio dove stava facendo tirocinio. Capisce da solo che la situazione è critica, va in Pronto Soccorso e nel giro di qualche giorno, dopo averlo ribaltato come un calzino, arriva la diagnosi: un Linfoma molto aggressivo, al quarto stadio. Le speranze che gli danno sono poche o nulle, la massa mediastinica gli causava già molti problemi respiratori. Però Daniele decide di combattere, perché lui era un lottatore. Gli avevano dato tre o quattro mesi, nel migliore dei casi. Lui affronta tutto, chemio, radio… e le chemio le reggeva proprio male, finiva uno straccio, ma appena stava meglio andava in università, usciva, viveva… e tutto questo quasi sempre da solo… A inizio novembre 2008 arriva la remissione. Allora Dani ricomincia a vivere per un po’… finchè a febbraio 2009 durante un controllo di routine le analisi escono sballate. Rifanno la PET fatta un mese prima e negativa e stavolta esce piena di schifezza. Lui, lo stronzo, era ancora lì. Stavolta le chemio sembrano non funzionare così bene.

Subisce due interventi, molte complicazioni. Ci vuole un anno prima che le cose migliorino, ma alla fine Daniele vince anche stavolta. È in remissione di nuovo. A agosto 2010 fa l’autotrapianto. Va tutto benissimo. Dani sta finalmente meglio e fa solo dei controlli in ospedale. Durante uno di questi controlli trova la sottoscritta. Ci conosciamo alle macchinette davanti alla scala che da al reparto. Mi insegna a prendere a calci la macchinetta per farmi ridare i soldi. Poi lo rivedo in corridoio… era talmente scemotto che si era fatto dare un camice da medico e aveva iniziato a corteggiarmi J se ci ripenso mi viene una lacrimuccia, ma effettivamente è il ricordo della parte scherzosa e burlona di Dani. Io ci avevo addirittura creduto che fosse un medico all’

inizio. Poi me lo sono ritrovato come paziente qualche giorno dopo. Dovevo fargli un prelievo e un po’ colpa delle sue vene, un po’ del fatto che ero imbranata e forse un po’ in imbarazzo (i suoi occhi mi avevano colpito subito), non ci sono riuscita. Così lui si è preso la vena da solo, ridacchiando. Mi ha detto che se gli esami che doveva fare sarebbero stati negativi mi avrebbe chiesto di uscire.

Settimana dopo me lo ritrovo davanti mentre esco dall’ospedale, un sorriso a 32 denti e mi chiede di uscire… io ero titubante, era pur sempre un mio paziente.. ma alla fine cedo.. e non mi ci vuole molto per innamorarmi di questo fantastico ragazzo. I primi mesi sono semplici, Dani sta bene, iniziamo a vivere insieme, a fare progetti, non ci passa per la testa che le cose possano andare male. O meglio, non passano a me per la testa, Dani viveva un po’ con il timore che il male potesse tornare, ma proprio per questo timore cercava di vivere tutto al massimo. Ci innamoravamo ogni giorno di più… Dani ha ricominciato a guidare, a studiare, a suonare… ha cercato di mettere ordine in tutta la sua vita e nella nostra. Abbiamo iniziato a parlare di matrimonio (si così in fretta!), di avere dei bambini (non nostri, purtroppo, ma abbiamo pensato all’adozione)… siamo andati in vacanza qualche giorno… poi verso Agosto Dani ha iniziato a perdere peso e ad avere dolore alla schiena. E così arriva la bastonata. Lo stronzo è tornato più in forma che mai. I primi cicli di chemio uccidono Dani… lo riducono uno straccio, ma lui cerca di tenere duro, ma le brutte notizie non sono finite. Alla chemio non risponde più. La radio ormai farebbe solo danni, visto che l’hanno già irradiato a volontà. La PET di Ottobre è molto peggio di quella di due mesi prima. “Sembra un albero di natale” commenta Dani guardandola, sempre con la sua ironia. Anche qui le speranze sono poche o nulle, ma rimane l’ultima cartuccia da sparare. Un altro trapianto, stavolta da donatore. Non c’è nessuno compatibile a registro. Suo fratello non vuole donare… abbiamo litigato molto… ma lui era irremovibile. Nel frattempo Dani prende un’infezione da CMV che gli crea una polmonite molto forte, tanto da mandarlo in rianimazione per tre settimane di cui una in coma indotto.

Poi Alberto, forse preso da un briciolo di umanità si convince, e trapianto sia.

Dani lotta con tutte le forze che gli sono rimaste, lo fa per se stesso, per me, per George, il bimbo dell’Uganda che abbiamo adottato a distanza. Il trapianto lo regge bene, dopo un mese è a casa. Viviamo in tre mesi dopo il trapianto in una sorta di apprensione terribile. Nel frattempo Dani ha un’altra polmonite e un attacco di colecistite che lo costringe a un intervento. Poi  C’è un momento in cui sembra che stia andando tutto meglio. Quello è il momento in cui abbiamo ritrovato la speranza. In realtà noi ci avevamo sempre sperato, ma in quei giorni di più. Sembrava fosse tutto possibile. Abbiamo fissato la data del matrimonio, senza aspettare gli esiti della Pet. Come non detto, la Pet diceva che, anche se ridotto, lo stronzo c’era ancora. I medici insistevano a provare un’altra volta la chemio, dicevano che magari ora si poteva fare qualcosa per farlo vivere di più, o per lo meno usare la chemio come palliativo per dargli un po’ più tempo. Dopo la prima chemio i valori del fegato erano sballatissimi e dani ci ha messo tre settimane per alzarsi dal letto. Non ce la faceva più. Era stanco. Stremato. Così una sera è venuto fuori sul balcone, mentre piangevo fumando una sigaretta, e mi ha detto che mi doveva parlare.

Sapevo cosa voleva fare, ma sentirmelo dire da lui… beh è tutta un’altra storia. “Lu, a me così non va. Voglio finire questa storia fuori dall’ospedale. E se te la sentirai voglio finirla con te”. Il giorno dopo ha detto al reparto che non si sarebbe più curato. Due settimane dopo eravamo sposati. Il mese dopo in sella alla sua adorata motocicletta. Ho vissuto l’estate più bella della mia vita e anche Daniele. Ha voluto fare tutto quello che ha sempre sognato di fare. I momenti tristi in cui mi disperavo, cercando di non farmi vedere da lui, erano allietati dal vederlo così tranquillo, sereno e felice, come non l’avevo mai visto nell’ultimo anno.

E così sereno e felice ha affrontato gli ultimi giorni, così sereno e felice ha affrontato quel momento che per molti anni ha sempre evitato all’ultimo. Si è voluto aiutare con la morfina. Dani era così. ha sempre detto che se ne sarebbe andato appena avrebbe sentito di iniziare l’agonia, la voleva evitare non per paura, ma per conservare quella dignità che lo caratterizzava in ogni cosa  che ha sempre fatto. E così è stato. E se n’è andato con il sorriso sulle labbra. E io sono stata con lui. Lo ammetto, avrei voluto evitare tutto, ma ripensandoci, potevo solo rimanere con lui. Abbracciarlo e stargli vicino.

Abbiamo avuto poco tempo, ma l’abbiamo riempito. Abbiamo avuto poco tempo, certo, ma ci siamo amati più di quello che alcune coppie fanno in una vita intera. E se penso a Daniele, a tutto quello che abbiamo passato, non ho rabbia, scende una lacrima… quello si, perché mi manca. Ma è seguita da un sorriso… un sorriso perché dani era così. lui sorrideva sempre davanti alle difficoltà, davanti a tutto lui sorrideva. Lottava sorridendo. E tra tutte le cose che mi ha insegnato è quella di non disperarmi mai. Dani non c’è più dal 7 ottobre. Ma io so che Dani è con me, lui è ovunque. In tutti i giorni che vivo, nel mio lavoro, nelle mie lotte quotidiane, nella gente che lotta. E se penso a dani, lo penso così… che sorride. Dicendo “ tutto sommato, la vita è così bella. Ne vale sempre la pena”.

Scusate lo sproloquio, concludo con una frase di Dani, che forse dirà molto di più delle mie mille parole. Ed è un inno alla lotta… quella che voi dovete affrontare. E dovete vincere.

“Sai tutto questo è merito anche del cancro.. mi ha fatto vivere cent’anni in cinque. mi ha insegnato a vivere. dicano quello che vogliono ma non tutto viene per nuocere. prima ho affrontato la malattia di mia madre, la morte di mio padre.. ero più maturo della mia età quando è iniziato tutto.. ma ero ancora un ragazzino.. in questi anni sono diventato adulto. forse anziano. forse vecchissimo.. vedi la mia vita l’ho vissuta. il tempo è relativo.. C’e gente che ci mette una vita per capire cosa vuole fare, chi è veramente.. a me è successo tutto in 24 anni.. però non sono nessuno io. forse non avrei fatto nulla nel mondo, ma se riesco a lasciare qualcosa di buono di me dopo.. beh è come se vivessi per sempre. è come vivere negli altri.. è continuare a vivere”

Ecco, questo era Dani. Era il ragazzo che ho amato. Anzi, E’ il ragazzo che amo.

Lu

10 commenti

  1. cara LUCY
    non riesco a non trattenere le lacrime ….
    daniele è stato un vero lottatore ,la vita non è stata buona con lui , la sua unica fortuna aver trovato …te nel suo cammino…….certo lui è un ragazzo che ha insegnato molto e vorrei che queste righe fossero lette da tante persone che non sanno cosa vuol dire vivere anni con una malattia aggressiva che non le dava scampo!
    tu le hai regalato felicità !brava lucy
    un forte abbraccio
    lory

  2. Ciao Lucy, anche io in questo momento sto lottando…mi sono commosso. Penso che Dany era un Super eroe….sono senza parole……credo che dovresti essere super orgogliosa di amare un ragazzo cosi….. sorridi sempre perche anche tu sei una ragazza eccezionale… un abbraccio caloroso.
    Massimo

  3. Cara Lucy, vedi io ho imparato a voler bene a Daniele (e anche a te che gli stavi amorevolmente accanto) proprio nel periodo in cui mia mamma lentamente ma inesorabilmente mi stava lasciando.
    In Dany ho rivisto la forza e il coraggio di mia mamma, i suoi (rari) post erano sempre ironici ma al contempo tremendamente seri.
    Daniele ci ha insegnato tanto… Daniele ci ha lasciato tanto, ma soprattutto Daniele ha lasciato a te tanto e quel tanto ti sarà sempre accanto.
    Un abbraccio
    Fabio

  4. ..Lucy….
    non credo servano altre parole rispetto a quelle che dissi a Dani quando fece la sua scelta e ho detto a te dopo …..
    Ti ammiro esattamente come ho ammirato Dani…come ammiro Dani.
    Grazie per aver condiviso con noi il tuo pensiero, un abbraccio fortissimo !!!
    Ciao “piccola Lu”

  5. Seguo da tanto l’Arcobaleno e vari gruppi mi dispiace non aver conosciuto Dani mi dispiace davvero…………….
    Le lacrime mi rigano il volto vorrei dirti tante cose ma non trovo le parole e apprezzo questo ragazzo per la sua forza e il suo coraggio…………….
    Ti abbraccio forte Lu non sono brava ad esprimere ciò che provo……….
    Milly

  6. Sarà il nome?? Anche io ho avuto accanto un guerriero, Daniele mi ha insegnato tantissimi valori meravigliosi…Come te quando penso a lui ,piango ma subito sorrido… A me manca dal 31 ottobre 2011 !!!! Un affettuoso abbraccio.. <3

  7. LUCY SONO STATO COLPITO MOLTO DALLA VOSTRA STORIA E SOPRATUTTO DALLE PAROLE CHE HA DETTO DANI CHE RIPORTO QUI DISEGUITO “ tutto sommato, la vita è così bella. Ne vale sempre la pena”. PENSO CHE SIA STATA UNA PERSONA CHE HA CAPITO IL SENSO PROFONDO DI COSA SIA LA VITA E DI QUALI SIANO LE COSE CHE VERAMENTE CONTANO IN ESSA CIOE IL BENE CHE TI HA VOLUTO E LA VOGLIA DI VIVERE CHE ESPRIMEVA. SAI IO CREDO CHE ANCHE SE DANI TI HA LASCIATO NON FINISCA TUTTO COSI,
    QUESTO A MIO PARERE E COME UN VIAGGIO SU DI UN TRENO CHE SI FA CON ALTRE PERSONE PURTROPPO C’E’ QUALCUNO CHE SCENDE PRIMA DA QUESTO TRENO MA SONO CONVINTO CHE PRIMA O POI LE RITROVEREMO.UN GRANDE SALUTO.

    BIANCO GIOVANNI

  8. Uno degli obiettivi dell’Arcobaleno è anche portare avanti la memoria di quanti, almeno fisicamente, non sono più con noi.
    Ricordare tutti sarebbe impossibile ma ad un anno dalla scomparsa vogliamo ricordare un giovane ragazzo, così, semplicemente riportando quell’essenziale messaggio che ha voluto regalarci:
    “Negli ospedali, ci sono moltissimi bambini e moltissimi adulti , che attendono di poter rinascere, con il trapianto di “Midollo Osseo” e le probabilità di compatibilità, sono talmente basse, che occorre aumentare sensibilmente, il numero dei donatori .
    “DIVENTATE DONATORI DI MIDOLLO OSSEO ”
    E’ un Dono, semplice ed indolore, che può ridare vita a molte persone che potrebbero essere vostri figli, vostri nipoti, vostri amici ….. voi. Avevo 24 anni quando vi ho lasciato …….. ma sarò sempre con voi, se condividerete con me questa battaglia”.
    Un grazie particolare a Lucy Biasini per averci, sin da allora, recapitato il messaggio di Daniele e a lui il nostro speciale saluto dal cuore.

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