sara-tedeschi-roma-novembre-2010Con la psicologa del reparto di Ematologia del Policlinico di Tor Vergata, dove sono stato curato, avevo parlato del mio desiderio di trasferire la voglia di lottare a tutti coloro che, d’accordo, avessero voluto chiacchierare con qualcuno che ha attraversato tutta la strada, dalla diagnosi della malattia, fino al trapianto (dove è necessario), e, comunque, si sottopone a chemioterapia. La dott.ssa Cavallo mi ha parlato di questo sito ed eccomi a lasciarvi la mia testimonianza.
Nelle lunghe ore di attesa al day hospital, mi sono più volte trovato a chiacchierare con pazienti malati di leucemia, mieloma, ecc…, ed ho quasi sempre riscontrato che parlando della malattia, di come io vivo adesso (vado in bici, vado in palestra, mangio tutto quello che sognavo di mangiare quando non potevo), dei miei momenti bui durante la chemio, loro mi guardavano illuminati da un bagliore di  fiducia di poterne venire fuori; capivo che riuscivo a trasmettere speranza, non perchè io abbia qualità eccelse, ma semplicemente perchè credo, ho parlato loro con entusiasmo del trattamento avuto in reparto e del rapporto con il personale infermieristico e medico ma soprattutto con gli altri pazienti: ricordo con gioia i momenti vissuti fuori stanza, nel salottino giocando a carte senza farsi accorgere dal prof. Venditti; purtroppo, però, alcuni non ce l’hanno fatta.
Come dicevo, ho sentito il bisogno di trasferire a tutti coloro che ne abbiano la voglia e la necessità il mio entusiasmo. Ho trovato porte chiuse dappertutto però ed ancora oggi sono in attesa di essere “accettato” come volontario.
Vi assicuro che quando si è malati, poter vedere qualcuno che ha recuperato il tono fisico, ascoltare i passaggi che portano al superamento del male, semplicemente le parole: io stavo come te, ora eccomi!, dà tanta forza.
Non mi arrendo ed eccomi qui, vi scrivo per proporvi di aiutarmi in questa iniziativa: fondiamo un’associazione: “portiamo l’arcobaleno nella vostra vita”, fremo, sento questa necessità di poter fare qualcosa per chi soffre e non ci riesco, trovo mille ostacoli!
Brevemente ora vi racconto la mia storia.
Fatto prelievo del sangue per sospetta anemia: risultati tutti sballati; corri al Pertini, dove si procede subito al puntato; dopo 2 ore, stavo con mia moglie, riceviamo la notizia: leucemia mieloide acuta. Corri a Tor Vergata, il tempo era poco, ricoverato a ematologia trapianti perchè ematologia degenze era pieno; trasfusioni di sangue e piastrine. Dopo 4 giorni trasferito ad ematologia degenze: questo accadeva il 26 novembre del 2006. Ho iniziato l’infusione di chemio il 7 dicembre, per 10 giorni continuamente fino al 17. Sono stato malissimo: febbre alta, polmonite da micosi, interocolite, ero ridotto una larva. Una mattina, credo quella del 28 dicembre, entrò in stanza il prof. Venditti, stranamente sorridente mi disse: abbiamo 800 neutri! Chiaramente, anche se non detto, si leggeva la soddisfazione, di essere riusciti ad avermi strappato alla morte. Credo sia inutile raccontarvi i malesseri per la biopsia, per il prelievo del lquor, ecc..
Uscito il 5 gennaio, ricoverato per il 2° ciclo di chemio dal 31 gennaio fino al 5 marzo. Durante questo ricovero ho fatto il prelievo delle staminali da usare, poi, nel trapianto. Il 10 aprile 2007 ricoverato a trapianti, ambiente completamente diverso, solo in stanza, non vedevo l’ora che venissero quelli delle pulizie, per parlare. Il clima è diverso a trapianti: c’è meno partecipazione ed il rapporto con medici ed infermieri è un po’ più freddo. Il trapianto è avvenuto il 23 aprile, il 10 maggio sono uscito ed è iniziata la prassi di convalescenza con controlli ematologici e midollari.

Ora basta non voglio annoiarvi, vi prego se avete idee o altro io sono a disposizione per darvi una mano.
Un caro saluto EZIO

1 commento

  1. Ezio è riuscito a mantenere quello che ha detto, cioè portare la sua testimonianza alle persone che in questo momento sono ricoverate per affrontare questo percorso difficile. Da qualche giorno è diventato a tutti gli effetti un “volontario”, quindi ha la possibilità di andare a parlare con i pazienti ricoverati e portare una parola di conforto, stà cercando come scrisse lui, di “portare l’arcobaleno nella vostra vita”.
    Ezio, buon lavoro e in bocca al lupo!
    Magari tienici informati su come stà andando 🙂

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