cucchiantonio_libertàLA MIA ESPERIENZA DA TIROCINANTE IN ONCOLOGIA

Ero al secondo anno del mio tirocinio infermieristico, praticamente fu il mio terzo reparto che affrontai, era il periodo natalizio: entrai in quel reparto all’inizio di Dicembre e dopo un mese me ne andai, perchè il “mio tempo li era scaduto “.
Tutti continuavano a ripetermi che era un reparto forte e difficile da affrontare ( specialmente per una ragazza come me molto molto sensibile di appena 21anni ), sia per il forte impatto psicologico, sia per il carico di lavoro ( visto che spesso i pazienti sono allettati con mille conseguenze e complicanze ); ma io non avevo paura, mi sentivo fortissima, con molto forze dentro me e sapevo che ce l’avrai fatta… ma mai mi sarei aspettata tutto ciò che ho dovuto affrontare.
Il primo girono entrai in quel raparto con un grande sorriso e tanta voglia di imparare e fare,
il primo impatto fu devastante: trovai un mio caro amico, di qualche anno più grande di me, seduto ad aspettare una visita per accertare la sua diagnosi. ( ..sorvoliamo … )
Facevo 8 ore al giorno per sei giorni la settimana, ed il contatto fra infermiere ( tirocinante)/paziente era strettissimo..poi…bhe, sono pazienti “particolari”, nonostante il male che li mangiava dentro avevano sempre la voglia di sorridere, di ringraziarti anche per un semplice sorriso o per avergli spazzolato i capelli e avergli messo il loro pigiama preferito.
( Stò parlando di loro al passato perchè quando finii il tirocinio li di 20 pazienti che erano quando entrai, a Gennaio quando me ne andai non ne rimase nessuno… ).
Sarà che sono una ragazza troppo sensibile, ma mi ero talmente affezionata ad ognuno di loro che quando chiudevo la porta del reparto e me ne tornavo a casa non facevo altro che pensarli, che pregare per loro…troppe volte mi sono ritrovata rinchiusa in camera a piangere perchè soffrivo come se in quel letto di ospedale ci fosse stato mio padre o mia madre, non mi davo spiegazioni logiche al perchè di tante sofferenze poi inutili, al perchè il male estremo doveva colpire una mamma di 28 anni dove il suo bambino non era mai stato tenuto all’oscuro di niente ed un girono si e uno no andava al capezzale della sua splendida mamma ad accarezzarla…solo che lei ormai non aveva più forze, nemmeno quelle per aprire gli occhi e vedere la sua splendida creatura, ma sono sicura che sentiva la sua presenza, la nostra presenza… sono sicura che ogni attimo ci ha ringraziate per tutto ciò che abbiamo fatto per lei, oltre all’estrema assistenza infermieristica qualificata, anche per un’estrema umanità volta verso di lei…
Come ho detto, era il perido natalizio, e c’era molta tristezza che a me non piaceva affatto; allora cercai, con quel poco che potevo, di rallegrare un attimo: tappezzai tutte le porte delle stanze di disegni fatti da me a mano raffiguranti immagini natalizie scherzose e non… e poi feci un mega cartellone rosso molto simpatico, con le renne che ballavano e trasportavano babbo natale ubriaco… quello si che fece ridere tutti!!!!! 🙂 …è proprio vero che basta una minima cosa per veder spuntare un accenno di sorriso in quei pazienti così devastanti dal dolore, dalla non speranza di poter riuscire a vivere…. ma io mi sentivo fiero di quella piccolezza che avevo fatto!!! vedevo i sorrisi!!!!!!! 🙂
Ci sarebbe molto altro da raccontare… tanto davvero……..
Mi sono sentita abbracciare dalla Capo Sala e mi disse ” Federica, non ho mai conosciuto una tirocinante 21enne come te, hai la forza in ogni situazione difficile che ti trovi ogni giorno ad affrontare, riesci sempre a cogliere l’attimo..ma devo dirti una cosa importante: sei troppo sensibile e potresti autodistruggerti.. Dobbiamo si dare sempre il massimo per loro, fare tutto e di più, ma devi ricordarti che quando torni a casa la vita del reparto non deve rimbombarti in testa altrimenti non riusciresti più a sorridere”, lei aveva più che ragione….aveva colto il mio lato debole in quella situazione, eccome se aveva ragione!… poco dopo la fine del mio tirocinio in oncologia sono caduta un pò d’umore, avevo tenuto troppo duro in quel mese…..!!!! ( ma questa è un’altra storia! )

ci sarebbero paginate da scrivere riguardo alle sensazioni, alle emozioni, ai pianti, agli abbracci ecc…… che ho vissuto con i pazienti e con tutto il personale medico infermieristico.

Federica

Foto di: Cucchi Antonio

6 commenti

  1. La tua sensibilità è molto forte, come è stato forte il tuo saper portare ai pazienti che soffrono, un pò di calore umano, e tanti sorrisi.
    Penso che tutto il personale infermieristico e non solo, dovrebbe aver cura dei propri pazienti come hai fatto tu. Lo abbiamo anche scritto nel forum, per affrontare al meglio una terapia si ha bisogno anche di questo, di avere accanto delle persone che non ti trattino come un “protocollo”, ma come delle persone che in quel momento hanno bisogno di tutto e di tutti, e che quindi necessitano di affetto, di sorrisi, di comprensione…
    Grazie Federica..non cambiare mai 🙂

  2. carissima federica,la tua testimonianza e’ bellissima e secondo me e’ difficile fare il vostro lavoro…un lavoro che devi sentirti dentro perche’ e’ duro molto duro a livello psicologico:ma per i pazienti e i propri cari e’ importantissimo un sorriso o una parla di conforto
    Nei due ricoveri in ematologia per mio marito e per elena (mia figlia)fortunatamente abbiamo avuto la fortuna di conoscera persone come te e ti assicuro che il vostro operato non verra ‘ mai dimenticato…i pazienti costretti a vivere tra quelle fredde mura hanno bisogno di VOI e vorrei sensibilizzare il problema perche’ non bisogna essere solo professionali ….lo so’
    e’ stato difficile ma pensa sempre che hai dato un flacone di sorriso BRAVA FEDERICA

  3. Grazie per questi bei commenti, Vi ringrazio davvero di cuore e non immaginate quanta forza mi date!!!!!!!!!!
    Io sono una persona sensibilee darei l’anima ad ogni paziente… tutti dicono che riesco a compensare la professionalità con la grande sensibilità e umanità che trasmetto… spero di non cambiare mai, di esser sempre più innamorata del mio splendido lavoro!!!!!!
    Vi assicuro però che da ventenne difficile affrontare tutto ciò..però c’è la passione per il tuo lavoro e ami tutto ciò che lo circonda e stringi i denti, piangi, a volte ti senti inerme….ma sorrivi a sei ugualmente felice.

  4. Ciao Federica, sono rimasta colpita dal tuo racconto perché mi e’ capitata un’esperienza molto simile solo che io avevo 19 anni e in oncologia ho fatto il mio primissimo mese di tirocinio, all’inizio ero contenta perché pensavo di farmi subito le ossa ma…che fatica!! Come te anch’io sono sensibile e più volte arrivata a casa piangevo x le scene che avevo visto in ospedale anche perché anch’io mi affezionavo molto ai pazienti e mi preoccupavo per le loro condizioni… Credo che pero’ oncologia sia un po’ una realtà a se stante perché negli altri reparti anche affezionandosi ai degenti non si rischia di rimanere cosi coinvolti, io so solo che dopo quel mese mi sento molto matura perché ho toccato con mano quali sono i problemi e la sofferenza, ma da li ho anche capito che non potrei mai lavorare in oncologia! Saluti e in bocca al lupo! 😉

  5. Molte volte quando ero ricoverata mi è capitato di pensare al coraggio e alla forza che i nostri infermieri dimostrano ogni giorno standoci accanto. Ho provato persino a mettermi nei loro panni. Mi chiedevo … cosa avrei fatto io? Come mi sarei comportata?? L’idea di assistere persone in bilico tra la vita e la morte mi faceva rabbrividire perchè anch’io come voi ho il brutto “difetto” di affezionarmi!! Approfitto di questo racconto per ringraziare tutti gli infermieri che mi/ci sono stati vicino, con professionalità ed estremo amore e colgo l’occasione per dire loro di continuare così perchè voi rappresentate per noi gli angeli sulla terra, siete l’unico punto di contatto con la vita esterna, siete le uniche persone con le quali scambiare un sorriso. E’ un duro lavoro, chiaramente sottopagato, ma per noi siete preziosi al punto tale da non avere prezzo. E’ solo con il cuore che posso dirvi ….. GRAZIE! Anna

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