L’Arcobaleno della Speranza, grazie al contributo non condizionato di Amgen, sostiene un progetto di grande rilevanza scientifica e clinica.
Lo studio della malattia minima residua (MRD) tramite citofluorimetria sta emergendo come uno strumento diagnostico sempre più importante nel mieloma multiplo, sia nella fase iniziale della malattia che in caso di recidiva o refrattarietà. L’aumento del numero di pazienti che rispondono efficacemente alle terapie e dei periodi prolungati senza evidenza di malattia rende necessario l’utilizzo di metodiche di laboratorio sempre più sensibili, capaci di rilevare minime quantità di cellule maligne. Questi strumenti permettono di identificare precocemente eventuali ricadute, contribuendo a definire con maggior precisione l’intero percorso terapeutico, che spesso si estende per molti anni.
Presso il Policlinico Tor Vergata – con cui l’associazione collabora da tempo in ambito scientifico – l’analisi dell’MRD è già applicata con successo nei pazienti affetti da leucemia. Con il nuovo progetto “MRD anche nei mielomi”, si intende estendere e potenziare l’utilizzo di queste tecnologie avanzate anche nel trattamento del mieloma multiplo, permettendo ai laboratori di consolidare e ampliare le proprie competenze, a beneficio della ricerca e dell’innovazione in ambito oncoematologico.
Sostenere il progetto , che avrà un ruolo chiave nell’applicazione e nello sviluppo delle tecniche avanzate di analisi MRD. Un investimento concreto in risorse umane qualificate, fondamentale per garantire qualità, continuità e crescita nella ricerca.
Sostenere il progetto “MRD anche nei Mielomi” è fondamentale: rilevare anche minime tracce di cellule tumorali residue, persino nei pazienti in apparente remissione, consente di monitorare con maggiore precisione l’efficacia delle terapie. Il controllo dell’MRD è infatti un indicatore precoce di possibile ricaduta o insorgenza di resistenza al trattamento. Migliorare le tecniche di laboratorio per la rilevazione dell’MRD significa offrire un monitoraggio più accurato, ottimizzare le strategie terapeutiche nel lungo termine e, soprattutto, migliorare la qualità di vita dei pazienti, riducendo il rischio di recidiva e aumentando l’efficacia complessiva delle cure.
Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questo importante passo avanti nella ricerca e nell’innovazione. Auguriamo buon lavoro ai ricercatori, ai professionisti coinvolti e alla nuova figura specializzata in tecnologie biomediche, con la speranza che i loro sforzi contribuiscano concretamente a migliorare la vita dei pazienti.
Grazie al sostegno non condizionante di