Perché parlare di sesso dopo aver vissuto l’esperienza del cancro?
C’è chi decanta la mia FORTUNA di essere capace di vivere le situazioni senza subirle, ma affrontandole cercando di oppormi a ciò che vuole soggiogarmi.
-Tu sei fortunata, sei tornata alla vita di sempre, in tutto e per tutto – dicono gli altri!! (“Quasi tutto” dico io).
E cosa c’entra con questo l’amore, quello fisico, non quello mentale, platonico?
-Non riesco neppure a pensarci – dice qualcuna, anzi ormai sono tante le donne che mi hanno portato la loro esperienza di abbandono totale della passionalità, è per questo che ho deciso di parlarne.
Lascio la riservatezza, la discrezione, il pudore in un cantuccio e cerco con molta serenità di riportare il mio percorso dopo la ferita che il mostro mi ha inferto quando mi ha aggredita.
Io sono profondamente innamorata di Lorenzo (uso il suo nome perché mi piace e perché dire “mio marito” attribuisce una connotazione di possesso che non mi appartiene), lo sono sempre stata e questo quindi, non lo devo certo alla malattia!
Chi pensa al piacere fisico nel dolore e nella sofferenza?
Nessuno credo, ma c’è un tempo per raccogliere, rastrellare le energie, un tempo per concentrare l’attenzione sulla volontà, la voglia di farcela e un tempo per riprendersi tutto ciò che sembrava perduto per sempre.
Quando la terapia è finita ed ho iniziato a stare meglio, tutto il mio corpo ne ha tratto beneficio e il desiderio di amore che si era assopito è riemerso dal profondo oceano nel quale sembrava essersi perso, con una forza inaspettatamente dirompente.
La mente tornava a dare le spinte e gli stimoli giusti verso i desideri innati e istintivi, ma il fisico era (è) mutilato, ferito nella sua parte più femminile, una ferita esteriore che diventava ferita dell’anima .
Questo frenava, anzi bloccava i miei impulsi e il desiderio lasciava spazio alla vergogna.
In realtà oggi penso che dovrei vergognarmi d’aver avuto quei pensieri perché io, Lucia, sono molto più di un seno “difettoso” e dovrei vergognarmi d’aver pensato che Lorenzo si sarebbe potuto sentire a disagio a causa di ciò.
Il sesso non è e non può essere l’unico elemento che tiene insieme una coppia, sicuramente però è una delle tante tessere che compongono il mosaico dell’amore, è un tassello senza il quale il disegno è incompleto, la composizione cade.
Io amo l’odore della pelle di Lorenzo, mi sento intimamente appagata quando il calore della sua accarezza la mia, quando le sue mani indagano il mio corpo cercando e donando piacere, ma quel seno terribile che io continuavo a sentire deforme, aveva creato inizialmente una barriera che mi impediva di liberare il mio corpo.
Lorenzo anche in questa occasione è stato fantastico, ha avuto pazienza, mi ha fatta sentire ai suoi occhi sempre bellissima e desiderabile.
Perché io sono sempre io, con o senza un seno, perché l’amore sa andare oltre ogni esteriorità, perché il nostro desiderio di amore continua ad essere vivo e forse più intenso di prima, di quando eravamo più giovani ed io avevo un bellissimo seno.
Lui rispetta il mio desiderio di non accarezzare quella parte di corpo che appartiene ad un momento doloroso, ma la cosa più bella è che oggi ci capita anche di sorridere e ridere di questo mio “pudore”, segno che forse, sto superando anche questo ostacolo.
Siamo di nuovo una coppia che sa amarsi con tanta dolcezza e tenerezza, ma altrettanta passione.
Ho raccontato questo perché se posso, io a 53 anni, recuperare una vita normale sotto tutti i punti di vista, possono farlo tutte le donne più o meno giovani che purtroppo sono state colpite da questo mostro.

Un sorriso Lucia

Desiderio Garcia Lorca

Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo né lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.
Senza lo sprone del vento
sopra le fronde
né la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi viziosi.
Un riposo chiaro
e lì i nostri baci,
nèi sonori dell’eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.

2 commenti

  1. cara amica ho letto il tuo bel racconto e mi ha fatto pensare quando alla mia bella età di 38 anni mi diagnosticarono un bel fibroma uterino,certo non fu una passeggiata ed anch’io come te ebbi grossi problemi con mio marito tanto di arrivare alla separazione,non è facile riprendere la nostra vita di donna a 360° anzi ….,ci volle tempo,poi incontrai il mio 2° marito tutto filò liscio anni spensierati senza pensare a nulla e senza che flavio mi facesse pesare la mia condizione di donna,però il destino fu di nuovo crudele x me,nel 2004 ebbi un brutto linfoma curato con le dovute terapie che mi hanno salvato la vita ma si son portate quello che rimaneva della mia femminilità ,adesso il volerci bene ,il rispetto reciproco vale su tutto e tutti vivendo la nostra vita ,certo che non siamo + dei ragazzi ed il desiderio sessuale si è trasformato ,ti auguro tanta e tanta serenità con il tuo lorenzo,con affetto marianna.

  2. Carissima Marianna
    Il tuo percorso è stato complicato e a dir poco tortuoso.
    Ho descritto la mia esperienza perché molte donne che ho conosciuto nonostante un compagno amorevole e comprensivo, non riescono a “vivere” appieno la loro vita perché imprigionate nel loro dolore.
    Ma ci è stata data questa opportunità e dobbiamo sfruttarla al meglio, il rispetto di cui tu parli è molto importante ed è alla base di ogni rapporto senza il quale non può nemmeno esistere il presupposto di una vita di coppia.
    Tu hai trovato la tua strada e di questo devi essere fiera anche perché potrebbe essere fonte di ispirazione per altri.
    Un abbraccio e un sorriso
    Lucia

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