Ciao a tutti mi chiamo Monica, sono tirocinante al reparto di oncoematologia al Policlinico di Milano..Sto terminando il corso di operatore socio sanitario al Policlinico e nel mese di marzo per 40 giorni ho vissuto immersa nella realtà del reparto..I reparti oncologici sono un ambiente a se stante completamente differenti dagli altri ,lì ti senti completamente dentro la vita e le emozioni dei pazienti non se ne può fare a meno forse io sono un pò troppo sensibile ma vi assicuro che se non lo si è nn si riesce a comprendere fino in fondo ciò che le persone che sono costrette a rimanere per giorni settimane mesi in quelle camere a volte a un letto solo quindi in isolamento ,cio che provano tutti i pensieri e le paure e le speranze passano sui loro volti e si percepiscono anche senza bisogno di parole ..Al corso ci insegnano molta psicologia puntano sull empatia ma…tutto questo non si impara anche studiando mille libri ,questo bisogna averlo dentro e saper trasmettere un pò di serenità e comprensione ..senza la fretta che normalmente c’è nei reparti ,anche se in ematologia tutto si svolge seguendo i ritmi dei pazienti e avendo per fortuna il tempo di poter scambiare qualche parola con loro magari durante il rifacimento dei letti o il pasto …E’ stata un esperienza forte emotivamente molti erano ragazzi molto giovani e purtroppo il pensiero comune era tutto il tempo che stavano perdendo della loro vita ..e la paura …ma questa accomuna un pò tutti ..Ho avuto la fortuna di incontrare persone fantastiche come Giusy e tante altre persone che mi porto nel cuore anche chi purtroppo non c’è più ..Loro con il loro sorriso e le battute sempre pronte magari sul cibo non proprio gradito o su altri argomenti di vita , si loro mi hanno data una grande forza tanta come non avrei pensato di poter avere …Grazie a tutti Voi e a tutto il reparto una piccola grande famiglia…Un abbraccio a tutti

9 commenti

  1. ciao cara monica sono contenta che ci sono ancora giovani che la pensano come te,entrare in un reparto oncologico significa affrontare la vita o la morte a 4 mani, certo la teoria si studia sui libri ma l’affrontare la gente che soffre su di un letto nn lo è , questo nn lo si studia si vive sul campo di battaglia nn sai mai come dialogare con i pazienti e come porgerti a loro è molto difficile , ogni ammalato ha le sue reazioni e ci si può aspettare di tutto ,purtroppo l’isolamento è una brutta bestia ma x avere una guarigione lo si deve affrontare,già codeste malattie nn guardano e vedere giovani che nn sai se vivranno stringe il cuore,io fortunatamente sul mio cammino ho avuto dei ragazzi con la quale ho avuto un bel rapporto e tuttora ci vediamo in reparto facendoci le feste,cmq parlo degli infermieri dell’ematologia dell’ospedale cervello di palermo,adesso ti auguro buon lavoro e grazie x la tua testimonianza….

  2. ciao cara monica,
    sei entrata in un reparto dove tutti hanno bisogno…di un sorriso…di uno sguardo……nel nostro cammino abbiamo trovato tanti angeli come te…..quindi ringrazio per il tuo lavoro anche se noi eravamo al san raffaele……
    un reparto dove c’e’ ci vince e chi perde…….ma anche in questo momento siete importanti…..il mondo ti cade in testa..non mi ricordo quasi niente …solo un infermiera che prendendomi per mano mi ha accompagnata nella camera di mia figlia!!!!!!!
    grazie a tutte per il vostro operato con affetto
    lory

  3. cara Loredana mi commuove sentire e leggere queste parole …e mi fa capire che è la strada giusta quella che ho intrappreso ..Non sono più giovane ma sono convinta che forse alla mia età posso capire profondamente chio soffre ..ho due figlie e…..quando vedevo i ragazzi giovani ricoverati in reparto bè non è stato semplice ma con alcuni di loro mi sentivo come una mammma quando portavo loro il telino quando non stavano bene di stomaco o quando provavo loro la temperatura e stavo li vicina finchè avevano bisogno di me …o provavo a insistere per farli sforzare a mangiare qualcosa ..o consolavo la paura o la rabbia di una ragazza che era sfinita e stanca di tutti i trattamenti ed era bello sentire il mio cuore aprirsi nel vedere che si rasserenava …..comprendo il tuo dolore per tua figlia mi sembra di aver capito …sai i genitori o le mogli o i mariti dei pazienti del reparto passavano spesso dalla cucinetta per salutare o perchè avevano bisono di qualcosa e..vedevo a volte gli ochhi arrossati dal pianto e tante volte anche i miei erano lucidi ….ma una mano che da forza e calore quella vedevo che poteva aiutarli…e …sono contenta di aver fatto questa scelta…..Ti auguro che vada tutto bene ti sono vicina ….un abbraccio

  4. Cara Monica, anche nel reparto dove ho fatto il trapianto c’era una Monica: da come scrivi mi sembra proprio di sentire parlare la “mia” Monica, e poi c’erano tante altre, ma si chiamavano solo un modo diverso, erano tutte come Monica. Sono molto riconoscente a tutte, a tutti, perchè questa è una parte importantissima della cura che dobbiamo sostenere, e molto delicata perchè come dici tu, ogni paziente ha una personalità ed un diverso approccio alla malattia. Grazie, grazie a tutti di quello che fate per noi, anche voi ci lasciate un segno. Ciao Monica, un abbraccio forte. Daniela

  5. Ciao cara monica,
    mio marito ha fatto il trapianto nel 2005 per leucemia ed e’ guarito …….ma come avrai capito…ho perso mia figlia elena di 41 anni nello stesso reparto…..in due occasioni diverse ho avuto delle persone magnifiche nel nostro viaggio….paolo mio marito mi diceva sempre…sono degli angeli…….e questo e’ stato il commento anche di elena….lo sai qual’e’ la nota negativa….il giorno prima che elena se ne andasse ..una dottoressa di reparto…..venne nella stanza fuori..e con una faccia arcigna (non ricordo cosa disse)……l’unica cosa che ti posso dire che nonostante siano passati 3 anni e mezzo non riesco a darle la mano!!!
    NON SO QUANTI ANNI HAI CARA MONICA .MA CONTINUA IL TUO OPERATO……TANTE PERSONE HANNO BISOGNO ……..RICORDALO !MAI FIGLIA SILVIA HA INTRAPRESO VOLONTARIATO IN PEDIATRIA AL SAN CARLO DI MILANO!!!
    un abbraccio forte
    lory

  6. ciao Lory questo che hai subito è stato un duro colpo …tua figlia…..tua marito invece c.è l ha fatta si perchè si può guarire anzi si guarisce ….La forza la speranza la lotta fanno parte di noi anche quando tutto sembra crollare …Ho 47 anni …ho intrappreso questo cammino un pò in là con gli anni ma ho sempre voluto seguire questa strada poi i fatti della vita ti portano a seguire altre strade altri lavori purtroppo ho avuto modo di conoscere anchio nella mia vita famigliare la malattia oncologica e segiure da vicino le persone a me care mi ha arricchito molto ..se non avessi fatto questo farei volontariato nei reparti oncologici…e non è detto che non lo faccia ..Ci sono tante persone che hanno bisogno di un sorriso o di una parola di affetto di conforto…e per quanto riguarda i medici bè molti hanno davvero una corazza e non sono molto malleabili anzi a volte sono freddi e maleducati..a loro discolpa spero sia per una forma di difesa perche non potrebbero farsi coinvolgere da ogni ..caso…,io nella mia esperienza per fortuna ho visto i medici commuoversi parlando di pazienti per i quali sapevano non ci sarebbero state speranze ..si erano commossi…c è ancora chi usa il cuore anche se questo costa sofferenza…Ti abbraccio forte

  7. ciao luca per fare il tirocinio devi comunque essere studente in infermieristica o per oss o in ambito sanitario..ma ti quguro di poter fare questa esperienza perche non c è forma di arricchimento interiore migliore di questa….un abbraccio monica

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