Conosco da tempo Stella e quando venni a sapere della sua malattia mi vennero i brividi. Sapevo cosa l’attendeva!!

Durante la fase acuta della malattia evitai appositamente di chiamarla, ma notizie sulla sua condizione mi arrivavano da parenti e da amici in comune. Un giorno Stella mi inviò alcune pagine scritte. Aveva scritto un libricino per sensibilizzare e per far conoscere a tutti quanto fosse importante donare il sangue. La cosa che notai maggiormente fu la parola “smidollata” che Stella aveva usato per definire tutti coloro che hanno avuto a che fare con la leucemia o che ancora lottano per sconfiggerla. Quella parola era il compromesso giusto per bilanciare la gravità della situazione e renderla gioiosa per quanto possibile. La forza di quella parola aveva spostato l’accento dalla compassione all’azione, era come se Stella mi avesse detto che non dovevo aver pietà ma che dovevo agire.

Non avevo mai donato il sangue. Un po’ per fastidio, un po’ perchè nessuno, come Stella, aveva scardinato quel qualcosa che ora si era aperto dentro di me. Alla fine di Ottobre donai il sangue per la prima volta e mentre lo donavo sentivo il cuore battere a mille. Nell’ambulanza, mentre mi donavano con grandi sorrisi un biscotto pieno di marmellata arrivò la notizia di un urgenza: un bimbo di 7 mesi aveva urgente bisogno di sangue perchè colpito da leucemia. Alcune lacrime mi solcarono il viso e non mi vergognai di non volerle trattenere davanti agli infermieri. Ero contento d’aver fatto il possibile per quel bimbo che non vedrò mai e che spero possa crescere forte e diventare grande. Avevo donato il sangue per la prima volta e mi pentii di non averlo mai fatto prima. A breve farò la prossima donazione.

Anselmo

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