Ho pensato e ripensato a come raccontarvi la nostra esperienza, ho deciso di non scrivere come abbiamo vissuto quei giorni ma di come l’ abbiamo affrontata e superata.

Come potrete immaginare siamo state catapultate in una feroce realtà, inaccettabile. Come potevo, lei aveva solo cinque anni e io non l’ avevo vissuta, una mamma è piena di sogni per il proprio figlio, li vedi spezzarsi, svanire nel tempo di un sospiro, un battito, ci auguriamo che non possano mai soffrire, ci manda in ansia una febbre alta figuriamoci un male che è più grande di noi.

Per quel che riguarda me ho vissuto un tempo fermo, di attesa, ho aspettato con tutte le mie forze che le chemioterapie e la malattia sparissero dalla nostra vita.

Ci siamo unite più di prima, nella sofferenza abbiamo trovato il nostro sconfinato amore, dovevamo resistere per tornare alla vita che ci era stata strappata via, questo era la nostra motivazione.

Stavamo soffrendo ( in realtà, io potevo solo restare a guardare impotente) ma sapevamo che tutto sarebbe finito e ci abbiamo creduto fino in fondo, anche quando qualcosa non andava come si sperava, ci guardavamo negli occhi, io ero in lei e lei in me, qualche parola dolce, un cibo preferito, un gioco o semplicemente restare in silenzio, abbracciate aspettando davanti a un cartoon finché il peggio fosse passato.

Oggi la guardo la mia piccolina, Tetta per tutti quelli che la conoscono o Spokky la spocchiosa, ha affrontato un male terribile dal nome impronunciabile, ho impiegato una settimana per imparare a pronunciarla tutta: leucemia linfoblastica acuta!

L’ ha superata con tanto, tanto coraggio…

Elisabetta Toscano

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