Scrivo la mia storia con l’auspicio che possa rappresentare un piccolo raggio di sole per chi sta vivendo il buio cupo di queste malattie.

Mi chiamo Antonio Rumma, ho 26 anni e vivo in Puglia, per l’esattezza a Bisceglie. Scrivo queste mie semplici parole per raccontare a chi in questo momento sta vivendo l’esperienza della malattia per se o per un proprio caro la mia storia,  con la speranza che possa portare nel leggerla un pizzico di speranza in più.

Era il settembre del 2002 quando mi venne diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta. Tutti potrete comprendere come un simile avvenimento possa aver sconvolto la vita di un ragazzino che viveva serenamente la sua adolescenza tra scuola, amici e il calcio come sogno nel cassetto.

Iniziarono ben presto le cure d’urgenza presso il Policlinico di Bari tra cortisonici e chemioterapici che ritengo facciano parte della vostra quotidianità. Ma il normale protocollo non era sufficiente e io e la mia famiglia venimmo informati della necessità di sottopormi ad un trapianto di midollo osseo. Il buon Gesù, ha voluto che mio fratello fosse compatibile al 100 per cento e nel gennaio successivo partimmo alla volta di Monza per un nuovo capitolo della battaglia contro questo male bastardo.

Monza devo dire ha rappresentato e rappresenta tutt’ora quando torno per i controlli, il miglior posto in cui una persona affetta da questo male possa curarsi. Strutture eccezionali, umanità incredibile e luminari dell’ematologia pediatrica a disposizione. Ancora oggi ringrazio e benedico tutti i medici e gli infermieri che ho incrociato nel mio percorso di cure. La battaglia è stata lunga.

Naturalmente, il trapianto non è una passeggiata, soprattutto per le complicanze possibili del post trapianto e per il lungo periodo di immunosoppressione che esponeva il mio fisico a molteplici infezioni, virus e quant’altro ma dopo 12 anni sono qui a raccontarvi la mia storia augurandomi che anche voi tutti possiate vincere la vostra battaglia.

Antonio

Foto di Alberto Beccati

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