Ci ha lasciato domenica 3 marzo Francesco Lo Coco, Professore Ordinario di Ematologia e responsabile del Laboratorio di Diagnostica Integrata Oncoematologica del Dipartimento di Biopatologia e Diagnostica per Immagini dell’ Università Tor Vergata di Roma. Si è occupato principalmente di caratterizzazione genetico-molecolare e terapia delle neoplasie ematologiche. Ha pubblicato oltre 300 articoli originali su riviste internazionali peer-reviewed, principalmente incentrati sulla diagnostica e monitoraggio molecolare di leucemie e linfomi ed particolare sulla leucemia acuta promielocitica. E’ attualmente chairman dell’Education Committee della European Hematology Association, membro dell’ Editorial Board delle riviste Leukemia, Journal of Clinical Oncology ed Haematologica. E’ stato Presidente della Società Italiana di Ematologia Sperimentale (2000-2002), componente della Commissione per la Ricerca Sanitaria del Ministero della Salute (2001-2002) membro del Comitato Tecnico-Scientifico della FIRC-AIRC Ha coordinato di numerosi progetti di ricerca (CNR, AIRC, ISS, Min. Salute, MIUR) sulla genetica molecolare della leucemia promielocitica e la leucemia acuta mieloide.

Premio europeo all’italiano che ha vinto la leucemia fulminante:

Da killer che non perdona a malattia guaribile in 9 casi su 10, senza chemioterapia. La rivoluzione che ha ribaltato il destino dei pazienti con leucemia promielocitica, detta ‘leucemia fulminante’ per la rapidità con cui un tempo uccideva, è targata Italia e porta la firma di Francesco Lo Coco. Classe 1955, ordinario di Ematologia all’Università di Roma Tor Vergata, lo scienziato è stato premiato a Stoccolma al 23esimo Congresso della Società europea di ematologia-Eha per lo studio con cui ha impresso una svolta mirata e ‘chemio free’ al trattamento della patologia. Pubblicato nel 2013 sul ‘New England Journal of Medicine’, il lavoro da lui disegnato e coordinato torna protagonista al meeting scandinavo dove Lo Coco ha ricevuto l’edizione 2018 del ‘José Carreras Award’. Ventesimo scienziato, il terzo italiano, insignito del riconoscimento dalla sua istituzione nel 1999.

“Il premio José Carreras è stato assegnato per la prima volta a Barcellona in occasione del quarto Congresso Eha”, ricorda Lo Coco all’AdnKronos Salute. Voluto dal tenore spagnolo al quale è intitolato, fra i più illustri testimonial dei successi dell’ematologia moderna (nel 1987 si ammalò di leucemia e nell”88 fu sottoposto a un trapianto di midollo osseo), viene attribuito ogni anno durante il summit dell’Eha. Considerato “il più prestigioso riconoscimento europeo in ambito ematologico“, consiste in una targa e nella possibilità di tenere una lecture durante la sessione plenaria del Congresso: “Vuol dire parlare davanti a una platea di oltre 11 mila esperti riuniti nella stessa sala perché nessun evento viene organizzato in concomitanza con la plenaria”, sottolinea il vincitore “onorato per questo nuovo riconoscimento attribuito all’ematologia tricolore”.

Non solo un importante Professore che con la Sua scoperta ha salvato molte vite umane, compresa la mia, ma era anche un uomo di grande umanità, e umiltà. Sempre cortese, sempre disposto ad ascoltare il bisogno degli altri, sempre pronto a tendere una mano. Ricordo ancora quando fu Lui a diagnosticarmi la malattia, e accanto al mio letto d’ospedale mi disse che insieme ce l’avremmo fatta. Quando entrava nella mia stanza, chiedeva sempre se poteva entrare, e se non disturbava. Onesto e sincero nel dare sempre le risposte pronte durante il percorso della malattia. Sempre un sorriso, un saluto e un grazie per quello che poi stavo facendo per i pazienti. E io rispondevo che grazie lo dovevo dire io a Lui, che mi ha permesso di vivere ancora altri anni. Non sarà facile accettare la Sua assenza, forse ora ci sentiamo un pò abbandonati, ma sappiamo che dovunque ora Lui sarà saprà guidarci, e guidare i suoi collaboratori, verso nuove scoperte. La morte è il momento in cui la vita terrena finisce e si passa in un mondo che non conosciamo, ma chi resta prova il dolore immenso di perdere chi amava. Profondamente commossi ci uniamo al dolore della sua famiglia soprattuto al figlio e alla compagna Carolina, un grande abbraccio, nel ricordo e nel rimpianto della persona speciale che è venuta a mancare, da parte di tutto L’Arcobaleno della Speranza ONLUS”.  Maria Stella Marchetti

Coloro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime.” Sant’Agostino

 

 

 

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