Domani andrò a fare la visita per vedere se riesco a donare le piastrine.
Mi era sempre stato detto di no… Sono paffutella ( passatemi questo nomignolo dolce… Molto più carino che cicciona) e le mie vene si nascondono bene
La donazione di piastrine è un po’ più impegnativa di quella di sangue…
Intanto lo screening è molto rigido e non tutti possono farlo… C’è un aggeggio che si chiama separatore cellulare… Sembra il nome di uno dei componenti di jeeg robot… che preleva il sangue da un braccio, lo separa, si ciuccia le piastrelle e rimette il sangue a posto nell’altro braccio.
Ora la parte che fa paura… Dura 40/70 minuti….
Inizio col dire che non svengo alla vista di aghi e di sangue ma continuo col sottolineare che gli aghi proprio non mi piacciono.
Visto che mi dicevano sempre così io non mi sono mai fatta il problema… Poi succede sempre qualcosa che ti scombina i piani.
Ho imparato spesso a mie spese che nella vita quando pensi che una cosa si sia sistemata, bene o male, traaaac… Arriva qualcosa/qualcuno che ti scombina il tutto…
È arrivato Nazar… era la fine di settembre, i primi di ottobre.
23 anni il 30 Novembre, 196 cm di timidezza e dignità. Lo vedo la prima volta sdraiato davanti all’ascensore. Non so chi sia… È talmente timido che mi è passato totalmente inosservato. In realtà è in cura da noi da marzo…
Comunque vi chiederete…. Avete le barelle nei corridoi? No… Lui arrivava in ospedale a piedi e sveniva davanti l’ascensore…
Lo trovo li a terra, ci sono già gli infermieri. Tiro dritto. So che quando vedo queste cose e mi ci impelago è la fine… È successo anche con la Signora Stella… Raccolta una mattina di ottobre di due anni fa sotto una pioggia battente… Io e il capo tecnico Marco… Da allora è stato amore con quella signora che purtroppo ci ha lasciato un mese fa.
Succede una seconda volta… Una settimana dopo e penso: ” Minchia…. Ma ‘sto qua non si regge in piedi!”.
Poi per un po’ tutto tace.
Intanto si avvicina il 12 ottobre… Ho la valigia pronta per l’America ed una mattina Lucia scende con quello spilungone, la mamma ed una signora che traduce. Ci chiede se possiamo accompagnarlo per 4 mattine a fare dei giri nell’ospedale in vista del trapianto. Sono giornate pesanti per noi… Abbiamo il controllo di qualità a giorni, io parto da li a poco… Ma come al solito non diciamo di no.
Quando torno, Rossella ha già accompagnato Nazar in tre delle 4 visite e lo accompagna anche alla quarta.
Mi colpiscono i suoi occhi espressivi, come se portasse sulle spalle il peso del mondo. E scopro che parla un pochino di inglese. Con la madre invece zero…
Inizio a ronzare intorno a quel duo per capire cosa possiamo fare per loro. Mi ricordo i suoi continui cedimenti davanti all’ascensore e gli propongo il servizio navetta. Lui all’inizio si gira e mi guarda quasi male.
Si cruccia.
Io, pensando fosse colpa del mio inglese, gli faccio cenno di aspettare. Sparisco e ritorno con un blocco ed una penna. Lui mi guarda quasi spaurito. Io mi cimento in un disegno difficilissimo… Una casa… Una freccia… Una macchina… Una freccia… La H di ospedale… Ed una freccia che riporta al disegno della casa.
Lui mi fa no con la testa e mi dice che può andare con i mezzi e a piedi.
Stavolta sono io a guardarlo male.
Alzo le spalle… Sto per andarmene e poi, come il mio solito, gli dico…. “e no!” … Che sarebbe una sorta “eeee niet…” mi rimetto seduta e sfodero il mio inglese migliore… “Look my dear… (ovviamente non mi ricordavo il nome…) i see you in front of the lift like this….” e mi butto su una sedia della sala di attesa e faccio finta di essere svenuta.
Lui mi sussurra un “maybe….”
Ed io… “niet maybe… For sure! I see you two Times like this…” gli sbatto prima in faccia due dita a sottolineare il 2 e poi riparto con la mia scena drammatica dello svenimento… Oserei dire anche da Oscar…
Li succede … Mi sorride… Imparerò poi che i suoi sorrisi sono pochi e solo per quelle che lui reputa le migliori occasioni.
Ora, come mi ha detto lui il giorno che è stato ricoverato nelle sterili per il trapianto, siamo amici. Mi ha stretto il mignolo della mano con il suo e mi ha detto :”we are friends now!”.
Metto in moto mari e monti per aiutarlo. Un mio amico ha il suo stesso gruppo sanguigno… 0 positivo… Riesco ad estorcergli perfino la promessa di donare le piastrine (è già donatore di sangue presso il nostro gruppo donatori SANeS)…


Nel frattempo Nazar viene ricoverato e ieri ha ricevuto il suo midollo nuovo.
Fin qui mi direte, bella storia… Ma che c’entra con le tue piastrelle?
Il donatore è un A POSITIVO… Il mio gruppo!!!
Lui prenderà il gruppo del donatore…
Ed ecco allora quel qualcosa/qualcuno che ti scombina i piani… Domani parto determinata per farmi accettare come donatrice di piastrine.
Il mio amico ne ha bisogno!
So che avrei dovuto giungere a questa conclusione a prescindere da lui e vi ho raccontato questa storia perchè vorrei farvi capire che non sai mai cosa succede nella vita.
Avrei tanto voluto diventare donatrice di midollo, dopo quello che é successo a mia sorella, ma adesso ho la possibilità di donare una speranza anche io.
Se non passerò lo screening, darò comunque il mio sangue ( avviso agli utenti… Se siete stati in America dovete aspettare 28 giorni per colpa delle zanzare grosse come cani che ci sono li…). Che vada a Nazar, a Pincopallo, ad Amilcare non importa… So che avrò aiutato qualcuno donando un qualcosa di me di cui posso fare momentaneamente a meno…

Se state leggendo e siete arrivati alla fine svegli: SVEGLIATEVI UN’ALTRA VOLTAabbiamo bisogno di voi, della vostra generosità.
Venite a donare il sangue, le piastrine, il plasma.
Per voi è anche una forma di prevenzione! aiutatemi a cercare donatori di sangue!

Grazie
Simona

1 commento

Lascia un commento