30/04/2012 – 27/05/2016.

Quante forti emozioni in questo momento, indescrivibili.

Quanto ho aspettato questo giorno, quante speranze mescolate alla paura in questi anni. Ebbene si, quattro anni fa dopo un piccolo intervento in day hospital (biopsia con asporto di un linfonodo di 4 cm in zona collo-subclavicolare), preceduto da 2 mesi di antibiotico e cortisone in quanto scambiato dal medico di base per un linfonodo infiammato a causa del dente del giudizio (no comment), in un caldo 24 maggio del 2012, alle ore 15.45, e’ arrivata lei: la diagnosi.

“Lei ha un tumore maligno al sistema linfatico (detto anche Linfoma non Hodgkin)”, una diagnosi che suonava come una condanna a morte, comunicata con indifferenza e senza giri di parole da un giovane medico. Cosa sia successo o cosa mi abbiano detto dalle 15.50 di quel giorno al mattino seguente non lo ricordo proprio. Ricordo solo di essermi isolata dal mondo esterno, camminavo come se sotto i miei piedi ci fosse un soffice tappeto di cotone, vedevo muovere le labbra delle persone ma non sentivo le parole…sembravo in uno stato di trance, interrotto ogni tanto da crisi di pianto.

Gli innumerevoli esami che seguirono per la stadiazione e classificazione della malattia (per fortuna al III° stadio con midollo “pulito”) indicarono pero’ una diagnosi piu’ specifica e difficile da accettare: “Lei ha un LNH, III°stadio, ma di natura follicolare indolente, quindi al momento non lo tratteremo con terapie chemioterapiche ma solo con controlli trimestrali per studiare l’evolversi della malattia.”. Ma come?!? Nella mia mente echeggiavano solo 2 parole: cancro e niente terapie. Cosa inaccettabile per me…ma se sanno tutti che l’importanza in questi casi e’ agire tempestivamente! Cosi’ e’ iniziato il mio pellegrinaggio, fatto di visite e consulti con i maggiori luminari di tutt’Italia, fino ad arrivare in Israele, per avere delle conferme sulla corretta procedura da seguire. Alla fine mi sono messa il cuore in pace, ho valutato le varie risposte ricevute e ho deciso di fidarmi, di restare in cura nell’ospedale dove e’ iniziato tutto.

Le dolorosissime biopsie osteomidollari fatte in questi anni, l’inizio delle cure chemioterapiche a novembre 2013, ad un anno e mezzo dalla diagnosi, ossia “6+2” cicli di terapie devastanti (protocollo R-CHOP), ogni ciclo composto da 5 farmaci diversi somministrati uno dietro l’altro tramite flebo (ebbene si, anch’io ho perso nel giro di pochi giorni tutti i miei bei capelli,  le ciglia e le sopracciglia, come in quelle immagini strappalacrime che si vedono nei film, ma i dettagli piu’ scabrosi ve li risparmio, tanto li conoscete), alla fine hanno portato ad un risultato soddisfacente: Pet Tac negativa! In ogni caso sono seguiti ulteriori 12 cicli di chemioterapia di mantenimento con farmaci di nuova generazione, somministrati ogni 2 mesi, i cosiddetti anticorpi monoclonali (senza effetti collaterali visibili esternamente ma ogni terapia per me era drammatica: 24/48 ore con crisi di vomito e dolori alle ossa), fortunatamente terminati ad aprile di quest’anno. Il tutto accompagnato in questi anni da “dosi da cavallo” di cortisone che mi hanno generosamente regalato 10 kg in più,  da punturoni ormonali mensili per mettere a riposo le mie ovaie (detta anche menopausa chimica, pero’ con tutti i fastidiosi disturbi di quella vera, vampate incluse ?), 4 Pet Tac totali, decine di Tac total body con contrasto, decine e decine di ecografie varie, risonanze magnetiche, lastre e centinaia di prelievi del sangue. Questa e’ stata la mia vita negli ultimi 4 anni. Una lotta continua, psicologica e fisica. Oggi, 27 maggio 2016, mi hanno comunicato che questa battaglia l’ho vinta io, ce l’ho fatta:  Pet Tac finale completamente negativa. Ho provato la stessa sensazione di quando ci si sveglia nel cuore della notte per un brutto sogno, ci si guarda attorno e con un sospiro di sollievo si pensa:”Fiuhhh, e’ stato solo un incubo.”

Valeria

1 commento

  1. Incredibile! Il giorno della diagnosi l’ho vissuto allo stesso modo, in più imbottita di tranquillanti per affrontare il primo di quelli che sarebbero stati una lunga serie di puntati midollari… Stessa sensazione: come se il mondo attorno a te non fosse reale e tu fossi come sospesa in una nuvola di incredulità… Anche io ce l’ho fatto, dopo varie ed eventuali. La vita ti dà forza, quando la forza è l’ultima cosa che ti rimane!

Lascia un commento